Santa Pasqua 2024

Il messaggio del Vescovo Franco ai fedeli della diocesi di Aosta

Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.

 

Cari fratelli e sorelle,

così canteremo il giorno di Pasqua per celebrare la Risurrezione del Signore Gesù.

In Cristo risorto è la vita che trionfa perché Dio in Lui ha vinto la morte in tutte le sue declinazioni. E noi, discepoli del Risorto, siamo chiamati a testimoniare la vita. Vorrei richiamare due ambiti nei quali possiamo farci promotori di vita.

Il primo è quello della pace, condizione indispensabile perché popoli, famiglie e persone possano vivere il proprio presente e progettare il proprio futuro.

Siamo promotori di vita quando ci facciamo artigiani di pace nelle relazioni familiari, comunitarie e sociali, cercando di creare una cultura che bandisca ogni forma di intolleranza, di contrapposizione e di violenza; quando valutiamo politicamente non gli slogan, ma i programmi e le azioni dei candidati agli appuntamenti elettorali, perché la pace tra i popoli ha bisogno di concretezza e di sano realismo e si costruisce con la giustizia, il rispetto, il dialogo che richiedono scelte coraggiose e di prospettiva.

Il secondo ambito è quello della vita umana nei suoi momenti di fragilità. Proprio allora essa va difesa, accolta, soccorsa e sostenuta. Penso ai nascituri, ai poveri invisibili della nostra società, ai migranti non accolti o accolti senza il rispetto minimo della loro dignità. In questo momento, penso in particolare a chi affronta situazioni limite della propria esistenza per solitudine, malattia, sofferenza fisica e psichica. La nostra cultura sta elaborando visioni di morte: chi è più forte sostiene di avere diritto all’eliminazione di chi è indifeso (aborto); chi teme di diventare un peso per gli altri o non riesce più ad affrontare la propria sofferenza in solitudine viene indotto a pensare che sia meglio “togliere il disturbo”. Il peggio è che questo, che in realtà certifica un fallimento della convivenza civile, viene presentato come un diritto da tutelare e da facilitare. Si tratta di una specie di corto circuito per cui la società elimina alla radice il “problema” che non riesce ad affrontare. In questa triste direzione si muove la proposta di legge per l’assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito presentata ultimamente nel nostro Consiglio regionale.

Anche qui, come discepoli del Risorto, possiamo farci testimoni di vita facendo conoscere e chiedendo la piena applicazione del diritto inviolabile di ogni cittadino alle cure palliative, come stabilito dalla legge; chiedendo che venga affrontata e risolta la crisi che affligge il sistema sanitario pubblico; soprattutto impegnandoci a non lasciare soli coloro che vivono percorsi faticosi di vita e a ricreare rapporti solidali di buon vicinato in tutti gli ambienti che abitiamo.

Qualcuno potrà pensare: «Ma cosa centra questo con la Pasqua?». Risponde san Paolo: Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova… Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità (1 Cor 5, 6-8). Celebrare la Pasqua significa portare la forza della risurrezione nella nostra vita e nella vita del mondo come il lievito che fa fermentare tutta la pasta perché sia pasta nuova.

Buona Pasqua!

 

Messaggio del Vescovo per la Santa Pasqua 2024

 

Giotto, Resurrezione di Cristo (noli me tangere), Basilica di San Francesco d’Assisi
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