La vita è un inno: cantalo!

Messaggio del Vescovo per il Santo Natale

Natale, un inno alla vita

 

Natale è un inno alla vita intonato da Dio stesso che non si arrende al fallimento e alla tristezza delle sue creature. Dio vuole la vita! Per questo ha mandato nel mondo il Figlio.

Normalmente quando vediamo un bambino, anche se siamo tristi o preoccupati, ritroviamo il sorriso. È come se ci venisse fatta un’iniezione di speranza, di vita. Così quando contempliamo Gesù nel presepe. Non fermiamoci, però, al sentimento, apriamo lo spirito al messaggio evangelico: Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore (Lc 2, 10-11). Sperare è ancora possibile! C’è futuro!

Mi viene in mente l’inno alla vita di madre Teresa di Calcutta che inizia con l’invito a vivere la vita e si conclude esortando a difenderla, perché «La vita è la vita». Celebrare il Natale significa riscoprire la sorgente della vivibilità della vita e della sua bellezza. Essa è dono. La vita ci è donata dall’amore dei genitori: accendono la scintilla, la accolgono e la alimentano. A un certo punto, però, ci lasciano andare e tocca a noi mantenere accesa la fiamma. Scopriamo che c’è una sorgente più profonda: la vita ci è donata da Dio che ci ama in maniera unica e irripetibile e non cessa di rimanere alla porta del nostro cuore e della nostra intelligenza. Non c’è nessuna situazione, per quanto incresciosa, che possa intaccare la sua vicinanza. Nemmeno il peccato.

Carissimi, auguro a me e a voi di cantare ogni giorno l’inno alla vita, cercando di eseguire al meglio lo spartito della nostra esistenza e di aiutare anche gli altri componenti dell’orchestra umana ad eseguire il loro. Perché questo accada suggerisco alcune attenzioni.

La prima attenzione è verso le giovani famiglie perché possano essere nelle condizioni di generare con gioia figli e figlie. È l’impegno delle politiche familiari che tocca politici e amministratori in prima persona, ma riguarda tutti noi quando siamo chiamati a valutare il loro operato o i loro programmi. Come comunità ecclesiali possiamo offrire percorsi di accompagnamento perché le giovani famiglie non siano lasciate sole. Dobbiamo anche fare tutto quanto è in nostro potere perché la vita nascente sia rispettata. È terribile sentire certi discorsi che identificano la vita del nascituro con la donna che lo ha concepito o addirittura con il suo corpo. È proprio la negazione dell’alterità da cui discende il rispetto per la dignità di ogni persona. È l’affermazione del diritto del più forte su chi non può difendersi. La difesa della vita nascente richiede uno sforzo culturale di confronto con visioni diverse, senza sudditanze e complessi di inferiorità, uno sforzo educativo serio e motivato nei riguardi delle giovani generazioni e uno sforzo di solidarietà fattiva verso le persone che vivono una gravidanza problematica o indesiderata.

Una seconda attenzione è per quanti patiscono la fatica del vivere e non riescono più a coglierne il senso, arrivando a concepire di mettere fine alla propria esistenza. Il Natale non può coprire la realtà dei troppi suicidi che feriscono la nostra comunità valdostana. Ci sono già molte iniziative, ma occorre fare di più. E questo tocca a ciascuno di noi. Ricordo una canzone di tanti anni fa cantata da Modugno: «Di notte su di un ponte / Guardavo l’acqua scura / Con la dannata voglia / Di fare un tuffo giù / D’un tratto / Qualcuno alle mie spalle / Forse un angelo / Vestito da passante / Mi portò via dicendomi / Così / Meraviglioso / Ma come non ti accorgi / Di quanto il mondo sia / Meraviglioso». Dobbiamo tutti essere angelo per gli altri. Non si tratta tanto di trovarsi al posto giusto al momento giusto, cosa quasi impossibile, anche se a volte accade. Mi riferisco piuttosto all’impegno preventivo che offre ascolto e vicinanza alle persone in difficoltà, che costruisce luoghi fraterni nei quali ci si possa sentire accolti.

La terza attenzione è per la pace. Quanta violenza nella nostra società, quante guerre nel mondo! Non cadiamo nell’indifferenza. Impegniamoci per la pace, seriamente. Promuoviamo una cultura di pace, senza strumentalizzazioni ideologiche. Gettiamo semi di pace con il nostro comportamento, favorendo là dove viviamo relazioni improntate al rispetto, al dialogo, al superamento di contrapposizioni e discordie.

A Natale Dio canta l’inno alla vita per le sue creature, per noi! Uniamo la nostra voce alla sua: «La vita è un inno, cantalo»!

+Franco, vescovo

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