Messaggio del Vescovo alla Diocesi per il S. Natale 2022

Auguro a tutti di godere della gioia della comunione ritrovata con Dio e di diventarne un raggio per altri.

Carissimi,

il Natale funge oggi da catalizzatore di speranze e sentimenti positivi di ogni genere, quasi come un rito collettivo nel quale esorcizzare le negatività presenti nella storia e nella vita e ricordare che le cose potrebbero e dovrebbero andare diversamente. Spesso tutto ciò si riduce ad un anelito che tacita per un momento la coscienza o che allevia l’ansia e l’angoscia. Per altre persone, al contrario, ansia e angoscia diventano ancora più insopportabili, perché nei giorni di festa – e Natale è al top della lista – la solitudine si fa sentire più drammatica e aumenta il senso di abbandono, di non considerazione, di tradimento.

Proprio queste due “celebrazioni” esistenziali del Natale mi suggeriscono altrettanti pensieri che condivido come pista per una festa umanamente e cristianamente autentica.

A Natale celebriamo il mistero dell’incarnazione e della nascita del Figlio di Dio. L’incarnazione non è un avvenimento passeggero ma «il metodo che la Santissima Trinità ha scelto per aprire a noi la via della comunione» (papa Francesco). Il Signore continua ad essere presente nella storia umana e ad agire, non secondo la logica mondana dell’apparenza, del potere e della conquista, ma secondo la legge del Regno di Dio, quella del lievito nella pasta e del seme nel terreno. L’umiltà del presepe ci invita ad ammettere che non bastano sentimenti positivi e buone intenzioni; occorre riconoscere nella fede la presenza e l’azione di Dio nell’intimo delle persone e dentro la storia degli uomini. Abbiamo bisogno che venga sollevato il velo che nasconde il livello profondo della vita e degli avvenimenti. Pensiamo a Maria Santissima: Dio l’ha scelta fin dal suo concepimento per prepararla ad essere la Madre del Salvatore. Maria, però, non ha percezione di quanto il Signore sta operando in Lei. Per questo rimane turbata al saluto dell’angelo. L’angelo solleva il velo: Hai trovato grazia presso Dio (Lc 2, 30). La consapevolezza di quanto Dio sta operando in lei mette in movimento la sua libertà e la sua gratitudine dalle quali scaturisce il suo , espressione della fiducia in Dio al quale si abbandona.

Carissimi, anche per noi ogni tanto il velo viene sollevato. Questo accade nella Liturgia e, in particolare, nella Santa Messa quando lo Spirito Santo attraverso la Parola e i segni sacramentali ci permette di intravedere le grandi cose che Dio sta compiendo in noi e attorno a noi. Bisogna, però, fidarsi e crederci! L’augurio è che possiamo vivere il Natale un po’ più in profondità imparando da Maria a riconoscere e adorare Gesù che è venuto nel mondo e rimane nel mondo per la nostra salvezza, per la salvezza di tutti.

Da qui scaturisce il secondo pensiero che intendo condividere. Venendo nel mondo Gesù porta il perdono di Dio per tutti i peccati: l’uomo, come il figlio della parabola evangelica, viene riammesso nella casa di Dio, alla familiarità con Lui. Così Gesù spezza la solitudine dell’umanità. Auguro a tutti di godere della gioia della comunione ritrovata con Dio e di diventarne un raggio per altri. Possiamo anche noi spezzare la solitudine di qualcuno compiendo un gesto semplice come una visita, una telefonata, un momento di compagnia. Possiamo far germogliare la comunione spirituale in gesti di pace, magari compiendo per primi un passo di perdono che guarisca il nostro cuore e quello di un’altra persona dal risentimento e dalla tristezza. Possiamo essere segno della speranza che viene da Dio aprendo le porte del cuore a chi si trova nella povertà, nello sconforto, nella malattia, condividendo il nostro tempo e quanto abbiamo con chi è nel bisogno.

Un grande santo diceva che l’annuncio cristiano è condividere con gli altri ciò che si è contemplato nella fede. Contempliamo con gratitudine il mistero del Natale, viviamolo nella gioia luminosa delle celebrazioni liturgiche e trasmettiamolo a qualcuno con un gesto concreto, sincero e pieno di amore.

Buon Natale!

 

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