IO SONO VENUTO PERCHE’ ABBIANO LA VITA

Lettera del Vescovo all'inizio dell'Anno pastorale 2025-2026

Gentili Operatori della comunicazione,

grazie per aver accolto l’invito a questo incontro ormai tradizionale in vista della festa di San Grato, Patrono della Diocesi e della Città di Aosta.

Il Vicario generale, Mons. Brédy, parlerà tra poco dello svolgimento delle celebrazioni del 6 e 7 settembre e presenterà alcuni appuntamenti che caratterizzeranno i prossimi mesi.

Da parte mia, vorrei soffermarmi sugli Orientamenti offerti alla Diocesi per il nuovo anno pastorale e contenuti nella mia Lettera pastorale.

Saremo poi a disposizione per rispondere alle domande su quanto ritenete che possa maggiormente interessare i vostri lettori/ascoltatori.

 

I. Curare la vita ordinaria delle comunità

Per l’anno 2025/2026 chiedo a tutte le comunità di prendersi cura della vita ordinaria, a partire dalle parole di Gesù, Buon Pastore, che dice di essere venuto nel mondo perché gli uomini abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (Gv 10, 10b). Papa Leone, lo scorso 17 giugno, ricevendo i Vescovi italiani ha indicato una strada chiara alle nostre Chiese: rimettere Gesù al centro! Ripartiamo da lì. Il legame di fede con Gesù è l’esperienza fondamentale di ogni discepolo. Da qui si parte per costruire la comunità cristiana e per annunciare al mondo il Vangelo.

Invito ogni fedele e ogni comunità a riprendere in mano la qualità evangelica della propria vita cristiana, ridando il giusto senso e valore a ciò che la caratterizza, dai rapporti interpersonali ai gesti liturgici, dalla preghiera alla catechesi, dalla cura per le strutture alla carità. Il ritmo è quello dell’Anno liturgico, il calendario ecclesiale che ci fa ripercorrere tutti i misteri della vita e del ministero di Cristo, con al centro la sua Pasqua. Per comunità intendo le famiglie, le unità parrocchiali, con le loro articolazioni (parrocchie accorpate, aggregazioni laicali presenti e operanti) e la diocesi, senza dimenticare le comunità religiose, chiamate a essere testimoni privilegiate della fraternità evangelica.

Chiedo di lavorare innanzitutto sulle relazioni che rappresentano il punto debole delle nostre comunità come più in generale della società. C’è un nemico da battere, l’individualismo che colpisce senza riguardo sacerdoti e laici, consacrati e famiglie, giovani e adulti. Come? Attivando:

* ascolto che chiede tempo e disponibilità interiore; occorre esserci, essere ben disposti a facilitare l’incontro (soprattutto quando si esercita una responsabilità, familiare o ecclesiale) e aprire cuore e mente all’altro e alla sua narrazione, pronti a condividere la propria;

* giornata della comunità; la proposta è di dedicare una domenica al mese a un incontro prolungato attorno alla Messa domenicale, un tempo di comunicazione e di convergenza per famiglie, giovani e adulti, aggregazioni laicali e altre forme di associazionismo e di volontariato presenti nell’unità parrocchiale; questo tempo può favorire lo scambio su problemi e prospettive della vita comunitaria, dalla liturgia alla carità al rapporto con il territorio e potrebbe anche diventare un punto di riferimento per la formazione.

Inoltre suggerisco alle unità parrocchiali di pensare percorsi formativi per gli operatori pastorali e di incentivare esperienze operative condivise negli ambiti della liturgia (preparazione del Triduo), della carità (aiuto alle famiglie povere) e della catechesi (attività unificate di catechismo e di oratorio). Esse si sono dimostrate molto efficaci per far incontrare le persone e creare dinamiche di relazione e di comunione tra le varie realtà ecclesiali dell’unità parrocchiale con ricadute positive anche sul rapporto con il territorio.

Per sostenere la cura della vita ordinaria delle comunità mi propongo di incontrare, durante l’anno, i Consigli pastorali delle trentatré unità parrocchiali a due anni dalla costituzione delle stesse. L’incontro sarà costruito attorno a questi punti:

  • racconto del vissuto: luci e ombre del cammino fatto dall’unità in questi due anni;
  • sguardo sul futuro: prospettive di crescita nella comunione e nella missione, all’interno del rapporto con il territorio;
  • domande da rivolgere al vescovo: problemi aperti e rapporto con la diocesi e i suoi uffici pastorali.

 

II. Linee comuni per un progetto di formazione alla vita cristiana

Un impegno particolare è la preparazione di alcune linee comuni perché ogni unità parrocchiale possa elaborare un progetto di formazione alla vita cristiana che coinvolga tutta la comunità e non separi la catechesi dell’iniziazione dalla formazione e dalla catechesi che devono continuare durante tutta la vita. L’iniziazione mira a renderci pienamente conformi a Cristo, cioè a prendere la forma di Cristo (cfr Rm 8, 29). Dal punto di vista sacramentale questo viene operato da Battesimo, Confermazione ed Eucaristia. Dal punto di vista esistenziale l’assunzione della forma di Cristo – vita, pensiero, preghiera, azione, relazioni – è opera che dura finché siamo sulla terra (cfr Ef 4, 13).

Per questo motivo costituisco un gruppo di lavoro incaricato di predisporre una bozza delle linee comuni che saranno presentate alla Diocesi durante il mese di marzo in occasione di un convegno diocesano. Dopo l’esame e le osservazioni dei Consigli pastorali le approverò e saranno operative dal prossimo anno pastorale.

 

III. Attenti alla vita della Chiesa e del mondo

Curare la vita ordinaria della comunità vuol dire anche tenere porte e finestre aperte su ciò che accade attorno a noi e ci coinvolge.

Penso anzitutto al cammino sinodale italiano che, nei mesi di ottobre e novembre, entra nella fase attuativa.

Penso al giubileo con l’appello di papa Francesco a riscoprire in Gesù e nella sua Pasqua le radici della speranza cristiana e di una speranza possibile per il mondo. Invito alla celebrazione diocesana di chiusura dell’Anno santo domenica 28 dicembre in Cattedrale. L’invito è rivolto in particolare ai ragazzi, ai giovani e agli adulti che hanno preso parte ai vari pellegrinaggi a Roma.

Penso al difficile percorso della pace nel mondo, che esige conversione e preghiera. Il paradigma della violenza e dell’arroganza pervade la società a tutti i livelli e a tutte le latitudini, creando circoli viziosi che non credo possano essere spezzati se non attraverso un cammino di conversione. Per noi cristiani la costruzione della pace inizia con il volgere lo sguardo a Cristo, invocando la sua misericordia e traducendo il Vangelo della mitezza e della riconciliazione nei gesti, nelle relazioni, nelle parole e nei pensieri di ogni giorno (cfr Mt 11, 28-30).

Penso infine all’imminente appuntamento elettorale, banco di prova della partecipazione democratica alla quale non può mancare il contributo dei cristiani. Esso si esprime andando a votare, ma non si esaurisce con il recarsi alle urne. Chiede una scelta consapevole e responsabile, frutto di informazione e riflessione, di confronto e valutazione. La mia speranza è che tutti coloro che si sono candidati ad amministrare i Comuni e la Regione abbiano davvero a cuore il presente e il futuro della Valle e delle persone che la abitano, soprattutto dei giovani, delle famiglie e di quanti vivono fragilità, disagio e povertà. La nostra realtà, così piccola, permette di fare una valutazione fondata su candidati e programmi.

Trovate il testo di quanto ho detto sul sito della Diocesi con qualche ulteriore informazione.

 

Alcuni numeri della diocesi di Aosta

Sacerdoti e Diaconi presenti in diocesi

56 sacerdoti incardinati nella diocesi

10 a riposo

3 in servizio fuori diocesi

43 in servizio attivo in diocesi con età media di anni 60

6 sacerdoti fidei donum di altre diocesi in servizio pastorale presso di noi (2 dal Burundi, 1 dalla Colombia, 1 dalla Guinea Konacry, 2 da diocesi italiane)

4 sacerdoti religiosi che svolgono ministero parrocchiale a tempo pieno

5 sacerdoti religiosi che svolgono altre attività pastorali e/o ministero parrocchiale a tempo parziale

            N.B.  Totale dei sacerdoti in servizio pastorale attivo: 58

 

2 diaconi in attesa dell’ordinazione sacerdotale

18 diaconi permanenti

14 in servizio pastorale attivo in diocesi con età media di anni 61

4 a riposo

 

Presenza della Vita consacrata in diocesi

20 religiosi di Istituti maschili

60 Suore di San Giuseppe (Convento, Foyer, Istituto San Giuseppe, Courmayeur, Priorato e      Donnas)

4 Figlie di Maria Ausiliatrice (Parrocchia di St Martin)

4 Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo (Saint-Vincent)

3 Suore della Congregatio Iesu (Parrocchia di Sant’Orso e Caritas)

3 Eremite diocesane

2 Ordo Virginum

26 Monache

18 Monastero Regina Pacis di Saint-Oyen

8 Monastero Mater Misericordiae di Quart

 

 

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