Santa Messa per l’inizio del pellegrinaggio giubilare diocesano

Firenze, chiesa "dell'Autostrada"

01-03-2025

 

Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio.

Le parole di Gesù suggeriscono la semplicità e la fiducia dei bambini come atteggiamento per iniziare il nostro pellegrinaggio.

Il Papa indicendo il Giubileo augurava a tutti un incontro vivo e personale con il Signore Gesù per rianimare la speranza e ritrovare la gioia di vivere.

Viviamo questa Eucaristia e il pellegrinaggio intrapreso come l’abbraccio sopra descritto… Abbandoniamoci con la fiducia del bambino tra le braccia del Padre.

La speranza è forza naturale presente nel cuore di ogni persona ed è quella per cui si va avanti giorno dopo giorno nella vita. Il Giubileo ci fa riscoprire che dentro a questo naturale attendere il bene stanno una promessa divina e una forza divina.

La promessa: Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo (Gv 10, 9). La speranza cristiana si nutre di questa certezza e non chiede di rinnegare le speranze umane, anzi le purifica e le sostanzia. Portiamole con noi in questi giorni e, passando la Porta santa, consegniamole al cuore di Gesù  Buon Pastore. Portiamo con noi anche le speranze, spesso drammaticamente sofferenti, di tante persone: anche queste consegniamo al Signore, Buon Samaritano che sa prendersi cura di tutti e curare le ferite della vita e dell’umanità.

La forza divina è lo Spirito Santo che ha preso dimora in noi fin dal Battesimo. La prima lettura descrive bene l’azione dello Spirito in chi è attento alla sua presenza: Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per pensare… e diede loro in eredità la legge della vita. Stabilì con loro un’alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. I loro occhi videro la grandezza della sua gloria, i loro orecchi sentirono la sua voce maestosa. Disse loro: «Guardatevi da ogni ingiustizia!» e a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo. Le loro vie sono sempre davanti a lui, non restano nascoste ai suoi occhi. Come non sentirci avvolti, guidati e protetti da questa forza divina? Dobbiamo però svestirci dei nostri pregiudizi, delle false sicurezze mondane, di quel razionalismo che riconduce tutto o al caso o alle nostre capacità. E poi dobbiamo sentire forte il comando del Signore a diventare come Lui verso gli altri: a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo.

In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso.

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