Santa Messa per la solennità di tutti i Santi

Cattedrale di Aosta

01-11-2025

 

La celebrazione della festa di Tutti i Santi è illuminata dalla pagina evangelica delle Beatitudini: nei Santi ritroviamo i tratti spirituali delineati da Gesù. Le Beatitudini sono il programma di vita di Gesù che Egli propone a noi suoi discepoli. Non è un proclama per rovesciare l’ordine costituito, ma  la forma di un mondo nuovo che lo Spirito Santo forgia nella coscienza e nell’amore dei discepoli che cercano di imitare Gesù. È lo Spirito l’artista divino che scolpisce la carne umana perché assuma la forma di Gesù Cristo e possa entrare nella gloria di Dio.

Oggi rendiamo grazie a Dio per quest’opera di santificazione di tanti nostri fratelli e sorelle che veneriamo e invochiamo come amici, modelli e intercessori. Vogliamo anche incamminarci, in loro compagnia, con rinnovato entusiasmo sulla strada della gioia vera, la santità, seguendo i passi che Gesù ci propone.

Beati i poveri in spirito: ci presentiamo a mani vuote davanti a Dio, riconoscendo che la salvezza, la vita, ogni cosa bella e buona viene da Lui. Da Lui ci aspettiamo tutto, come il povero che non ha nessun altro su cui contare.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia: la povertà in spirito è anche ricercare sempre la volontà di Dio e l’umiltà di accogliere ciò che accade nella nostra vita, riconoscendovi la sua volontà e cercando di vivere ogni situazione con fede e amore.

Beati quelli che sono nel pianto: è il dolore di chi constata il male che dilaga in un mondo incapace di comprendere e accogliere l’amore di Dio. È il dolore di Gesù che arriva a Gerusalemme prima della passione: Alla vista della città pianse su di essa dicendo: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi” (Lc 19, 41-42).

Beati i miti: è la stessa umiltà della prima beatitudine, ma rivolta al prossimo. Ci presentiamo agli altri disarmati, senza corazze, disposti a pagare di persona, a non cercare il proprio interesse ma quello degli altri (cfr 1 Cor 10, 24).

Beati i misericordiosi: non si tratta solo di provare compassione, ma di agire concretamente come il Buon Samaritano che si fermò accanto al malcapitato e gli fece misericordia (cfr Lc 10, 33). La misericordia è fatta di gesti di prossimità, di perdono, di aiuto concreto. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6, 36).

Beati i puri di cuore: non è solo la purità rituale richiesta agli Israeliti per accedere al culto, ma qualcosa di più profondo che riguarda l’agire morale come detto nel salmo 24 (23), al quale forse allude il testo di Matteo: Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli, chi non giura con inganno (3-4).

Beati gli operatori di pace: favorire la concordia tra le persone, i gruppi sociali, i popoli. Un lavoro che è fatto di gesti di riconciliazione, di ricucitura di fili spezzati, di consolidamento di rapporti allentati.

Beati i perseguitati per la giustizia: la ricerca e l’attuazione della volontà di Dio anche in situazione di incomprensione e persecuzione.

Beati voi quando… vi perseguiteranno… per causa mia: l’ultima beatitudine dice che Gesù non è solo il Maestro da seguire e imitare; Gesù e il discepolo sono legati da un vincolo d’amore per cui la condivisione del suo destino diventa sorgente di pienezza e di gioia.

Rinnoviamo il desiderio di camminare sulla strada della santità per prendere la forma di Cristo e dare la forma di Cristo al mondo e chiediamo ai Santi di accompagnarci su questa strada. Così sia!

 

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