Santa Messa nella festa della Trasfigurazione del Signore

Saint-Oyen Chateau Verdun

06-08-2025

 

Cari fratelli e sorelle, prestiamo attenzione a un particolare conservatoci solo da san Luca: Gesù sale sul monte a pregare e porta con sé Pietro, Giovanni e Giacomo. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Il Vangelo ci offre un’indicazione preziosa: la preghiera può essere luogo di trasfigurazione anche per noi. La preghiera, quando è veramente incontro con Dio, può cambiare la vita e convertire il cuore.

Gli evangelisti, Luca in particolare, raccontano che Gesù si ritirava spesso in preghiera, anche di notte. La preghiera prepara alcune azioni importanti (come la scelta dei dodici) o sigilla gesti profetici del Regno (come la moltiplicazione dei pani). La sua preghiera si intreccia con la vita – sua, dei discepoli, del popolo – e così culmina sulla croce, quando si offre al Padre per noi: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito (Lc 23, 46). Vogliamo seguire il suo esempio perché pure la nostra vita sia luminosa, anche in tempo di vacanza. Forse qualcuno si è posto la domanda se si possa andare in vacanza quando tante persone, soprattutto bambini, muoiono di fame a Gaza e in altre parti del mondo insanguinate da più di cinquanta conflitti. La risposta non può essere banale. La vacanza è cosa buona, ma, come credenti, non possiamo lasciarci distrarre o diventare indifferenti rispetto alla sofferenza di tanti uomini e donne, bambini e anziani. La vacanza non può essere una parentesi in cui chiudere per un po’ consapevolezza e partecipazione. Dobbiamo, invece, coltivare ancor più vicinanza affettiva ed effettiva verso quanti soffrono. Come? Per noi, discepoli di Cristo, il primo modo è proprio la preghiera che ci permette di portare nel cuore di Dio fratelli e sorelle che invocano misericordia da Lui e dagli uomini e poi coloro da cui dipendono le sorti dei popoli perché lascino cadere le armi, si aprano a processi di dialogo e di riconciliazione. Non dimentichiamo la promessa di Gesù: Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio… gliela concederà (Mt 18, 19). Profittiamo di questi giorni per intensificare la rete di supplica perché i cuori si convertano, l’odio lasci il posto al perdono e cominci un tempo di pacificazione.

Come in Gesù, la nostra preghiera deve toccare la vita. Suggerisco quindi di condividere qualcosa di ciò che spendiamo per noi e per la nostra famiglia con quanti hanno bisogno di tutto. Facciamolo anche a costo di qualche privazione, abbracciando uno stile di maggiore sobrietà ed evitando sprechi. Solo così le parole e la pietà diventano vere e anche educative per i più piccoli. Suggerisco poi di farci promotori di una mentalità di pace, dedicando tempo a informarci criticamente sulle situazioni del mondo e a confrontarci con altri; scegliendo di essere costruttori di concordia in ogni circostanza della vita familiare, comunitaria e sociale, rinunciando a ogni forma di violenza, anche solo verbale.

 

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