Santa Messa nel pellegrinaggio giubilare diocesano

Roma, Basilica di San Giovanni in Laterano

03-03-2025

 

Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?

La domanda di quel tale diventa la nostra domanda. E la risposta di Gesù è ancora la stessa: Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”. La via è tracciata davanti ai nostri passi. Mi colpisce che Gesù menzioni solo i comandamenti verso il prossimo. Mi fa pensare a quanto scriverà San Giovanni: Se uno dice: “Io amo Dio” e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello (1 Gv 4, 20-21). Giovanni aveva imparato bene la lezione: Gesù, rispondendo alla domanda su quale fosse il comandamento più importante, aveva detto: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti (Mt 22, 37-40). Ritroviamo così anche la consegna che abbiamo ricevuto sabato nella Messa celebrata a Firenze: Dio a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo (Sir 17, 14).

Praticare i comandamenti dispone a una relazione più profonda con il Signore. Il Vangelo dice che Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi! Quel tale non ebbe il coraggio di mettersi al seguito di Gesù e se ne andò rattristato.

Nel tale che si allontana scuro in volto ci riconosciamo quando rifiutiamo l’amore di Dio e ci incamminiamo sulle strade dell’egoismo e del peccato, quando diciamo: Basto a me stesso (Sir 5, 1). Così ci riconosciamo nello sconcerto dei discepoli che dicevano tra loro: E chi può essere salvato? Gesù, guardandoci in faccia, dice ancora oggi: Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio. La logica di Dio è diversa dalla nostra. È la prima lettura a confermarlo: A chi si pente Dio offre il ritorno, conforta quelli che hanno perduto la speranza e li rende partecipi della sorte dei giusti. Il Giubileo con l’offerta sovrabbondante di perdono è la grande occasione: Dio offre proprio a me il ritorno. Chi tra noi sente affievolirsi la speranza a motivo dei suoi peccati, delle sue incapacità, dei fallimenti della sua vita si senta ripetere: Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà (2Cor 8, 9). Un nuovo inizio è possibile, anche per me, anche per te!

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