Quest’anno la nostra celebrazione si svolge all’inizio della Quaresima e così raccogliamo dalla Parola di Dio l’indicazione di un percorso per prepararci alla Pasqua attraverso un profondo rinnovamento interiore.
Gesù ci dice che per entrare nel Regno dei cieli è necessaria una giustizia sovrabbondante. E gli esempi che fa spiegano bene: Avete inteso che fu detto…: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio… Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Non si tratta tanto di un’osservanza minuziosa di prescrizioni e divieti, alla maniera degli scribi e dei farisei, ma di un lavoro sulla propria interiorità, dove nascono e fioriscono le motivazioni profonde del nostro agire. E Gesù indica come pista quaresimale quella delle relazioni, con gli altri e con Dio.
La relazione con gli altri: Non ucciderai… Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello...
Il gesto violento che uccide inizia nel cuore. Il disprezzo del fratello, l’insulto, la calunnia hanno la stessa matrice interiore della violenza fisica e, spesso, ne possono rappresentare l’inizio. Si tratta di una lezione tanto necessaria per il nostro mondo, terribilmente violento, e, in verità, per ciascuno di noi. Potremmo anche solo partire dalla qualità del linguaggio. Ci sconforta il constatare come il linguaggio pubblico si faccia sempre più aggressivo, urlato, irrispettoso dell’altro fino a toccare le dimensioni più private e intime. Purtroppo però questa deriva violenta è al tempo stesso uno specchio della nostra società e una sorgente che può contagiarci tutti se non facciamo attenzione. Il richiamo di Gesù è quanto mai pertinente in questo tempo.
La relazione con Dio: Se… presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te… va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello…
Per rendere culto a Dio ed entrare in comunione con Lui non è sufficiente l’osservanza esteriore del comandamento di santificare le feste. È necessaria la purezza del cuore, un cuore pacificato e operatore di pace, che non tollera divisioni nei rapporti fraterni e perciò sa compiere il primo passo. La riconciliazione tra noi ha a che fare con il nostro rapporto con Dio. C’è un circolo virtuoso che unisce comunione fraterna e comunione con Dio. Il perdono è un cardine della spiritualità dei discepoli di Gesù e la Quaresima è occasione propizia per far sì che diventi un atteggiamento costante della nostra vita. Scrive Romano Guardini: «Il perdono non deve essere qualcosa di occasionale, di eccezionale, ma deve diventare saldo elemento costitutivo dell’esistenza e principio sempre operante dell’uno nei riguardi dell’altro. Devi padroneggiare anzitutto la risposta del tuo cuore all’ingiustizia patita e renderti realmente libero. Il perdono rinunzia senz’altro alla punizione dell’altro. Con ciò il perdono, abbandonato il principio della corrispondenza di dolore a dolore, di danno a danno, di pena a colpa, entra nel regno della libertà. Si crea ordine, non più però alla stregua di pesi e misure, ma in virtù di un superamento creatore. Il cuore si allarga… Cristo congiunge il perdono dell’uomo al perdono di Dio» (Il Signore p. 369).
Auguro a me e a voi di percorrere il sentiero quaresimale del perdono, sentiero difficile, ma portatore di vita, di speranza e di futuro per noi stessi, per gli altri e per il nostro mondo. Amen.