Santa Messa in onore della Vergine della Carità del Cobre

Cattedrale di Aosta

23-03-2025

 

Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai.

La parabola che abbiamo riascoltato ci parla della misericordia di Dio che è fatta di pazienza (lascialo ancora quest’anno), di fiducia verso di noi (vedremo se porterà frutti per l’avvenire), di cura (finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime). A volte rischiamo di confondere la misericordia di Dio con la tolleranza, quasi che a Dio importi poco di noi. Pensiamo la misericordia come l’atteggiamento molle ed arrendevole di un padre disinteressato che alla fine lascia correre tutto. È bello invece riscoprire che il Signore si paragona al padrone che viene a cercare i frutti, perché ai suoi occhi la nostra vita è preziosa esattamente come la vita di ogni figlio è preziosa per papà e mamma. Come un padre e una madre, anche Dio ha dei sogni su di noi, delle attese e si fida di noi e ci da il tempo di maturare, di convertirci, di fiorire. Questo è l’atteggiamento di Dio nei nostri riguardi: pazienza, fiducia, cura.

Mi sembra che anche la memoria che facciamo della Madonna del Cobre, patrona del Popolo cubano, sia uno dei segni dell’attenzione e della cura che Dio ha per i suoi figli. La Vergine attraverso tre giovani pescatori diventa un punto di riferimento e di identità per un intero popolo. Maria agisce come madre degli uomini che desidera accompagnare nella vita e condurre all’incontro con il suo Figlio Gesù.

Proponiamoci di essere attenti ai segni della presenza e delle attenzioni di Dio. Prendiamo esempio da Mosè. Mentre sta pascolando il gregge, vede il roveto ardere; non sa ancora che lì c’è Dio, eppure pensa: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Mosè è attento, è aperto ai segnali che la vita gli offre e così può accorgersi di Dio. E noi? Un amore che nasce nel cuore, un momento di fatica, la nascita di un figlio o di un nipote, un lutto, una malattia, la gioia di veder crescere bene la propria famiglia, la presenza di Maria nella nostra devozione… sono segnali con i quali il Signore ci viene incontro nella vita di tutti i giorni: il roveto di Dio continua ad ardere in mezzo alle nostre occupazioni e preoccupazioni, nei nostri affetti e nelle nostre relazioni. Dobbiamo fare come Mosè, avvicinarci. Ma come riconoscere il roveto che arde dentro alla vita? Dobbiamo coltivare la nostra interiorità, praticando il silenzio e la preghiera nutriti di Vangelo, affidandoci all’intercessione di Maria Santissima, ascoltando le ispirazioni interiori dello Spirito Santo, quando sentiamo dentro il suggerimento a compiere un’opera buona (aiutare qualcuno, visitare una persona anziana o ammalata, dedicare un po’ di tempo a chi soffre solitudine, perdonare un’offesa ricevuta…). Così, come Mosè, anche noi percepiamo che il Signore ci è vicino e ci manda per accompagnare anche altri nella scoperta della sua presenza e del suo amore.

 

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