Santa Messa esequiale per don Luciano Perron

Chiesa parrocchiale di Chambave

12-07-2025

 

La Parola di Dio, appena proclamata, illumina la celebrazione di suffragio che offriamo a Dio per il nostro fratello e padre.

Innanzitutto ci invita al rendimento di grazie: Tutto… è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio. Ringraziamo il Signore per la lunga vita di don Luciano, ma soprattutto perché Gesù, il Buon Pastore, lo ha chiamato a prestargli cuore, mente e mani per essere segno della sua presenza e della sua azione di salvezza in mezzo a noi. Nel suo nome ha predicato il Vangelo, insegnato i comandamenti e donato la grazia di Dio con i Sacramenti della vita cristiana.

Ci viene poi riproposta la domanda degli angeli alle donne che andavano al sepolcro per onorare il cadavere di Gesù: Perché cercate tra i morti colui che è vivo? È una provocazione: non rischiamo forse qualche volta di vivere come se Gesù fosse ancora prigioniero della morte? Non è qui, è risorto. Ecco l’annuncio pasquale che ci interpella! La risurrezione di Gesù è il cuore della fede cristiana. Se non crediamo alla risurrezione di Cristo, il cristianesimo si riduce a un insieme di dottrine e di norme etiche, ma senza slancio e vita, se non quella che scaturisce dalla nostra volontà e dal senso di appartenenza a un’organizzazione. La Risurrezione di Cristo è il di più di Dio che irrompe nella storia dell’umanità e nella nostra vita, come una scintilla che può appiccare il fuoco del senso delle cose, dell’amore che sa donarsi gratuitamente anche attraverso il sacrificio di sé.

Infine la Parola di Dio ci invita alla speranza: Colui che ha risuscitato il Signore Gesù risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui. È la luce di Dio che si proietta sulla nostra morte. Il fatto che tutti moriremo è un dato certo. Anche chi ha una vita lunga, come quella del quasi centenario don Luciano, a un certo punto attraversa questa porta. La fede illumina l’altra parte: Sappiamo… che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena… riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli. Per questo non ci scoraggiamo… e non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne.

 

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