Qualche tempo dopo la risurrezione di Gesù succede a Gerusalemme un fatto che suscita scalpore: Pietro e Giovanni, andando al tempio per pregare, incontrano uno storpio che chiede l’elemosina gli dicono che non hanno denaro da offrire, ma nel nome di Gesù lo guariscono e lo storpio guarito entra saltellante nel tempio, lodando Dio. Il fatto preoccupa i capi del popolo che pensavano di aver risolto il ‘caso Gesù’ con la sua crocifissione. Fanno dunque arrestare gli apostoli e li interrogano. Gli apostoli dicono che hanno guarito lo storpio invocando il nome di Gesù. I loro discorsi, essendo gli apostoli delle persone semplici e senza istruzione, provocano stupore nei capi che li riconoscono come quelli che erano stati con Gesù.
Ecco carissimi, a me piacerebbe che noi che siamo qui stamattina potessimo essere riconosciuti dai nostri compagni, dalle nostre famiglie, dai nostri amici come quelli che stanno con Gesù.
Ma non è mica facile credere in Gesù, cioè fidarci di Lui, entrare in relazione con Lui, credere che Gesù è davvero risorto dai morti. Non è facile. Non lo è stato nemmeno per i primi cristiani, per gli apostoli: Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. // Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. // … e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto.
Alcuni anni fa un ragazzo della vostra età mi ha scritto una lettera e ricordo questa sua affermazione: «Spesso vedo Gesù come un personaggio… del passato, a volte faccio fatica a vedere la Sua presenza ora».
Come strappare Gesù al passato e incontrarlo vivo oggi? La risposta è che Gesù ha voluto essere per sempre presente nella sua Chiesa, cioè là dove si incontrano quanti cercano di stare con Lui: Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro (Mt 18, 20). E questa comunità siamo noi adesso qui intorno all’altare, è la vostra concreta comunità dove andate al catechismo, fate oratorio, andate in chiesa. Qui potete incontrare Gesù vivo. Ma non pensate come a volte pensiamo noi grandi e cioè che siamo noi grandi che dobbiamo dare attenzione ai giovani o fare delle cose per voi. No. Siete voi che dovete dare attenzione alla vostra comunità rivendicate la vostra appartenenza e regalate a tutti la vostra presenza: la comunità cristiana è un mosaico! Prendetevi cura gli uni degli altri e, insieme, prendetevi cura di tutti con particolare attenzione per chi non conta. Domandatevi che cosa posso fare io per la mia comunità? Perché altri possano incontrare Gesù vivo?
C’è un momento in cui Gesù vivo è presente al massimo, al top: è l’Eucaristia, magari vi annoiate, magari non capite tutto, neanch’io, magari … ma lì c’è Gesù.
Scegliere di stare con Gesù oggi non è facile. Possiamo essere scartati, presi in giro… Però è anche un modo per crescere senza lasciarsi omologare, cioè diventare fotocopie, in un mondo che vuole farci tutti dei consumatori e basta, che vuole trasformarci in ripetitori di luoghi comuni, tutti con lo stesso pensiero. Stare con Gesù ci aiuta a dire di no a questo, ci aiuta a essere liberi, a rimanere originali, perché il mondo ha bisogno di uomini e di donne liberi, che amano la vita e si impegnano a renderla più bella per se e per gli altri. Questi uomini e donne siamo noi, ma soprattutto voi più giovani.