Il Vangelo ci porta sulle rive del Giordano: Gesù ha ricevuto il Battesimo e sosta ora in preghiera, i cieli si aprono e su di lui scende lo Spirito Santo, mentre il Padre dall’alto lo riconosce come Figlio amato e suo compiacimento.
I cieli che si aprono dicono che in Dio un nuovo inizio è sempre possibile per la nostra vita, per la storia dell’umanità. Dio non s’arrende di fronte al peccato, all’indifferenza e alla cattiveria dell’uomo. La presenza di Gesù Salvatore in mezzo ai peccatori, l’inizio del suo ministero di predicazione e di guarigione e il suo cammino verso la Pasqua sono la risposta di Dio all’attesa di salvezza dell’umanità. È questo il messaggio del Natale che la festa del Battesimo del Signore sigilla e che noi siamo chiamati a vivere e ad annunciare in questo Anno santo: con Dio un nuovo inizio è possibile! È possibile anche per me, anche per chi è anziano o ammalato, anche per questa nostra umanità tormentata e sofferente a causa della violenza, delle guerre e delle ingiustizie. È un messaggio di speranza che attendiamo e di cui abbiamo bisogno: Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio. – Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta. Il profeta dice anche il motivo per il quale possiamo essere rassicurati: Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza …Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri. Il motivo della speranza cristiana è la vicinanza del Signore, la sua tenerezza che si prende cura di ognuno di noi. Certo non dobbiamo aspettarci segni clamorosi, dobbiamo piuttosto essere capaci di riconoscere e apprezzare i segni discreti ed efficaci della sua grazia che ogni giorno riceviamo attraverso la sua Parola, che ci illumina, attraverso i Sacramenti della Chiesa, che ci rafforzano, attraverso la carità dei fratelli, che ci conforta.
Come ci ricorda papa Francesco indicendo il Giubileo, la speranza cristiana non delude perché è fondata sull’amore che scaturisce dal Cuore trafitto di Gesù in croce: Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita (Rm 5,10). «La storia dell’umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma sono orientate all’incontro con il Signore della gloria. Viviamo dunque nell’attesa del suo ritorno e nella speranza di vivere per sempre in Lui… Gesù morto e risorto è il cuore della nostra fede… L’amore del Padre lo ha risuscitato nella forza dello Spirito, facendo della sua umanità la primizia dell’eternità per la nostra salvezza. La speranza cristiana consiste proprio in questo: davanti alla morte, dove tutto sembra finire, si riceve la certezza che, grazie a Cristo, alla sua grazia che ci è stata comunicata nel Battesimo, “la vita non è tolta, ma trasformata”, per sempre» (nn. 19-20).