S. Messa nella Domenica delle Palme e della Passione del Signore

02-04-2023

 

Cari fratelli e sorelle, vi invito a riprendere in mano  personalmente il racconto della Passione secondo Matteo. Ci aiuta a entrare nella Settimana santa con occhi di fede e cuore aperto alla conversione. L’evangelista registra tre preghiere che Gesù rivolge in crescendo al Padre. Sono come chiavi per rileggere e pregare questo testo.

Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu! 

Gesù, vero uomo, prova angoscia di fronte alla morte e chiede di poterla evitare. Come lo sentiamo vicino a noi! Nella sua preghiera è raccolto e portato davanti a Dio il tormento di ogni uomo e di ogni donna di fronte al mistero della morte e della sofferenza: il mio tormento, l’angoscia di milione di persone che oggi subiscono violenza, persecuzione per la loro fede, discriminazione per tanti motivi, l’orrore di interi popoli in guerra (sono decine i focolai di guerra nel mondo).

Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà.

Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, vince l’angoscia con l’obbedienza: si compia la tua volontà. Apre una via di sapienza e di fede alla pace e alla speranza. Non subisce ciò che sta accadendo, ma lo fa suo riconoscendovi il compimento della volontà di Dio. Così diventa Maestro di vita per noi. Indica a noi una strada di pace e di speranza.

Elì, Elì, lemà sabactàni?… Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Gesù, immolato per amore, vive nella sua carne il dramma dell’umanità peccatrice separata dalla sorgente divina della vita, senza cadere nella disperazione, ma sperando in Dio contro ogni speranza. Il Salmo 21 (22) che inizia con il tragico interrogativo di un possibile abbandono da parte di Dio diventa supplica e si chiude come lode a Dio che salva sempre chi confida in Lui: Salvami dalle fauci del leone e dalle corna dei bufali. Tu mi hai risposto! Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea (vv. 22-23). Così Gesù redime l’umanità peccatrice, afferrandola saldamente perché non precipiti negli inferi, e rende possibile per tutti la speranza della vita eterna.

 

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