All’inizio
Cari fratelli e sorelle, ci riuniamo in questo primo giorno dell’anno per accompagnare don Primo nel suo transito dalla terra al Cielo. Lo facciamo nella chiesa in cui il 4 aprile 1934 ricevette il Battesimo. Don Primo Giuseppe Quendoz era infatti nato qui a Gressan il 18 marzo. Dopo aver compiuto gli studi presso i nostri Seminari, venne ordinato sacerdote da Mons. Maturino Blanchet O.M.I., suo compaesano, il 28 giugno 1962 in Cattedrale ad Aosta. Iniziò il suo ministero come Vicario parrocchiale di Roisan, Parrocchia che continuò a servire come Parroco dal 31 marzo 1968 fino al 9 agosto 1980, quando fu nominato Parroco di Aymavilles. Qui unì alle incombenze del servizio pastorale anche l’iniziativa e la responsabilità di dare vita a un’opera di carità che dura tutt’ora, la Casa famiglia Saint-Léger. Con l’aiuto delle Suore dell’Istituto Ravasco, trasformò l’antica canonica di Saint-Léger in casa di accoglienza per gli anziani della Parrocchia e per altri anziani che non potevano più vivere nelle proprie case. Quest’opera assorbì molte delle sue energie e don Primo la guidò con grande dedizione e amore. Motivi gravi di salute lo indussero a lasciare la Parrocchia e la direzione della Casa famiglia e il Vescovo accolse le sue dimissioni il 1° agosto 2001. Don Primo non si arrese e, recuperate le forze, l’8 ottobre 2002 riprese il servizio pastorale in qualità di cappellano all’Istituto Don Bosco di Aosta. Il 1° ottobre 2005 accettò di essere nominato nuovamente Parroco di Roisan e anche Amministratore parrocchiale di Porossan. Lasciò la Parrocchia di Roisan il 30 settembre 2009 e quella di Porossan il 25 ottobre 2015. Si ritirò quindi presso la sua abitazione qui a Gressan. Da poco più di un anno, per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, risiedeva al Priorato di Saint-Pierre dove è stato ancora seguito dai suoi familiari, assistito dalle Suore e dal Personale della casa e accompagnato dai Confratelli sacerdoti.
Il Signore lo ricompensi per le sue fatiche apostoliche, faccia fiorire in vita eterna le sue opere di misericordia e lo accolga presso di Sé nella Gerusalemme celeste.
Per sua volontà don Primo riposerà nel cimitero di Gressan, in attesa della risurrezione.
all’omelia
Dio abbia pietà di noi e ci benedica.
Queste due invocazioni del Salmo responsoriale guidano la nostra preghiera nel passaggio da un anno all’altro, ma danno anche il tono al suffragio che presentiamo a Dio per il nostro fratello, sacerdote e Parroco, don Primo.
Un anno si è chiuso e con esso anche la vita terrena del nostro defunto. Chiediamo al Signore di avere pietà di lui, perché sia purificato da ogni residuo di peccato e possa contemplare il suo volto e ritrovare nella gioia del Paradiso i suoi familiari, tanti parrocchiani di Roisan, di Aymavilles e di Porossan e ospiti della Casa famiglia. Assieme a lui chiediamo al Signore di avere pietà dei piccoli, dei malati, di chi è solo, delle vittime delle violenze che insanguinano in tante parti del mondo l’anima e il corpo di troppi uomini e donne.
Un anno si è aperto e con esso anche la vita del nostro fratello e padre viene trasformata per entrare nella luce e nella pace di Dio. Quel seme di vita che don Primo ha ricevuto nel Battesimo, quel seme che, come sacerdote, ha annunziato e donato a tantissime persone attraverso il suo ministero, ora fiorisce per lui in tutta la sua pienezza. San Paolo ci ricorda nella seconda lettura che noi abbiamo una prova interiore del fatto che nel Battesimo siamo diventati figli di Dio, la presenza dello Spirito che grida in noi: Abbà! Padre! Fin che siamo sulla terra, tanti condizionamenti – limiti della condizione umana, ma anche i nostri peccati – non permettono al grido dello Spirito di esprimersi in tutta la sua potenza. Per don Primo questi condizionamenti terreni sono cessati e la sua preghiera filiale ora è piena. Le parole dell’Apostolo suonano per noi come un monito a raccogliere l’invito dell’Anno santo a intraprendere un cammino di conversione e di purificazione perché la nostra fede si fortifichi, la nostra carità sia più generosa e si rinvigorisca la nostra speranza.
Chiediamo a don Primo di intercedere per noi, per la nostra Diocesi, per il nostro mondo perché il Signore ci benedica e ci custodisca, ci faccia la grazia di vocazioni sacerdotali, rivolga a noi il suo volto misericordioso e ci conceda pace. E la benedizione del Signore ci aiuti tutti a guardare il nuovo anno con speranza, a fare come i pastori del Vangelo che, sulla parola dell’angelo, si mettono in cammino senza indugio alla ricerca di Gesù, il Salvatore che è nato. Facciamo come loro. Non diamo per scontato di conoscere già Gesù, ricerchiamolo nella nostra vita frequentandolo nel Vangelo e nei Sacramenti, riconoscendolo presente e servendolo nei fratelli più piccoli, persone e famiglie povere, persone sole, anziane, ammalate. In questo Giubileo non dimentichiamo che è possibile fare il pellegrinaggio a Gesù anche andando a visitare e intrattenendosi fraternamente con chi è nella solitudine e nel bisogno. A chi lo cerca con semplicità e sincerità di cuore, il Signore dice: mi lascerò trovare da voi (Ger 29, 14). Così sia.