S. Messa con gli operatori della carità

Chiesa parrocchiale di Saint Martin de Corléans

26-10-2024

 

Carissimi, ripercorriamo insieme la pagina del Vangelo che abbiamo ascoltato.

Ci possiamo riconoscere in Bartimeo, il cieco seduto lungo la strada a mendicare. Siamo come lui quando siamo bloccati in situazioni che ci paiono senza uscita, quando non troviamo risposte a grandi domande che ci tormentano, quando il futuro ci pare troppo incerto o addirittura minaccioso.

Possiamo riconoscere in Bartimeo i tanti poveri che siedono lungo le strade della vita a mendicare aiuto economico, attenzione, una parola, la considerazione, il perdono, la pace.

Chiediamoci: che cosa fa Bartimeo? Che cosa fa Gesù? Impariamo da loro.

Bartimeo non si rassegna e intraprende un percorso di speranza: attende che succeda qualcosa che possa cambiare la sua situazione. E questo desiderio, questa attesa che coltiva nel cuore lo aprirà alla fede. Quando sente che sta passando Gesù, intuisce che il Figlio di Davide può rappresentare una svolta per la sua vita. Ci prova. A volte noi diciamo: «La fede, uno o ce l’ha o non che l’ha», come se fosse una cosa che si possiede, si tiene in tasca e si tira fuori all’occorrenza. Invece la fede è un cammino che nasce dal desiderio consapevole e dall’ascolto, dal bisogno e dall’ascolto. Se desideriamo qualcosa di più autentico e profondo per la nostra vita, se vogliamo tentare di trovare soluzioni e risposte ai bisogni e alle domande della vita, allora può valere la pena aprire il Vangelo e ascoltare una parola diversa. Se si apre una finestra verso l’alto, allora diventa possibile la preghiera: Bartimeo cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Vuole farsi sentire a tutti i costi da Gesù, non vuole perdere questa occasione e grida il suo bisogno. La preghiera cristiana non è la preghierina che impariamo a memoria… È un grido, un’apertura di dialogo con Dio.

L’incontro con Gesù avviene attraverso il gruppo dei discepoli che lo seguono. A loro Gesù dice: Chiamatelo. Gesù vuole incontrarlo, parlare con lui. Bartimeo siamo noi: Gesù vuole incontrarci e per questo mette sulla nostra strada la Chiesa, la comunità dei suoi discepoli. Bartimeo sono i poveri, gli ultimi: Gesù li vuole incontrare e per questo mette sulla loro strada noi, suoi discepoli, la Chiesa. Non dobbiamo avere paura di ascoltare e di incontrare. La carità cristiana non può esaurirsi nel dare cose. Per quanto indispensabile, il dono va umanizzato in una relazione, anche minima, e soprattutto deve spingersi fino a dare Gesù. Il Signore ha restituito la vista del corpo a Bartimeo, ma gli ha anche aperto cuore e mente alla fede, tanto che la pagina del Vangelo si conclude con Bartimeo che lo segue lungo la strada: è diventato uno dei discepoli.

L’incontro con Gesù è sempre personale, per noi e per tutti quelli che avviciniamo, ma avviene in mezzo ai discepoli. Gesù non dice ai discepoli: «Voi state qui e io vado in gran segreto verso Bartimeo», ma lo fa chiamare e lo interroga e lo guarisce in mezzo a loro. Gesù oggi come allora ha la potenza di guarire. Con i gesti dell’aiuto materiale, della consolazione, con la vicinanza, l’impegno per la giustizia e la pace noi apriamo per noi stessi e per tutti il canale attraverso il quale Gesù guarisce il cuore e lo spirito, liberando dal peccato, ma anche dalla solitudine e dal non senso che generano angoscia e morte.

Guarito, Bartimeo comincia a seguire Gesù. Ora ci vede. Il recupero della vista è anche segno della conoscenza che la fede in Gesù trasmette al nostro spirito e alla nostra intelligenza. Ci sono conoscenze che non possiamo acquisire con la sola ragione e neppure con la scienza e la filosofia del mondo. Esse ci sono comunicate dalla Parola di Dio: chi è Dio, il segreto della sua vita, perché esistono l’universo, la terra e l’uomo, il significato profondo della nostra vita, dell’amore, della sofferenza, la prospettiva dell’eternità.

Auguro a me e a ciascuno di voi di immedesimarci con Bartimeo, di imparare ad ascoltare, a gridare verso Dio le nostre domande e i nostri bisogni, a lasciarci incontrare e guarire da Gesù in mezzo alla comunità, a seguirlo assieme agli altri che cercano di essere giorno per giorno suoi discepoli.

Auguro a me e a voi di riconoscere Bartimeo lungo le strade della vita, di soccorrerlo con dedizione e generosità e di condurlo a Gesù sapendo che Lui è la fonte e il fine della carità cristiana e della vita di ogni uomo. Amen.

 

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