Missa in Coena Domini

06-04-2023

 

Carissimi, mi fermo stasera sulle parole dell’Apostolo Paolo nel momento in cui riconsegna alla comunità di Corinto il gesto eucaristico di Gesù: Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso. Un invito a tutti noi a riprendere coscienza di quanto abbiamo ricevuto dal Signore e dalla vita delle nostre famiglie e comunità: assieme alla fede ci hanno trasmesso il dono grande dell’Eucaristia, sacramento dell’amore, della redenzione e del servizio.

Gesù nell’Eucaristia rende perpetuo il suo aver amato i suoi sino alla fine. Certamente il sino alla fine significa che Gesù ci ha amati quanto di più non è possibile: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici (Gv 15, 13). Forse, però, le parole di Gesù possono anche intendersi in senso temporale: vuole rimanere per sempre con noi, vuole che possiamo incontrarlo vivo e presente in mezzo a noi, rivivendo nell’Eucaristia il suo gesto di totale donazione nell’amore.

L’amore di Gesù non è puro sentimento, ma atto con il quale Egli ha dato la sua vita spezzando la catena di peccato e di morte che teneva prigioniera l’umanità. Questo è il contenuto della redenzione operata da Cristo: spezzare il legame che incatena, come in un circolo vizioso, il peccatore al male. L’Eucaristia è il luogo nel quale i frutti della liberazione realizzata da Gesù  ci sono donati: «Il suo Corpo per noi immolato è nostro cibo e ci da forza, il suo Sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa».

Gesù ha fatto una consegna precisa agli Apostoli quella sera nel cenacolo: Fate questo in memoria di me. Traduco il comando del Signore: «Celebrate l’Eucaristia, vivete l’Eucaristia». L’Eucaristia celebrata diventa vita vissuta incarnando il servizio vissuto dal Signore. Portiamo con noi questa sera la parola conclusiva della lavanda dei piedi: Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. Lasciamole risuonare nel nostro cuore se ci fermeremo questa sera e domani mattina in adorazione davanti al Santissimo. Preghiamole con il commento che l’evangelista Giovanni ne fa nella sua prima Lettera: Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati… se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri (1 Gv 4, 10-11); In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli (1 Gv 3, 16).

 

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