San Paolo parla in questo testo [1 Cor 2, 10b-16] dell’esperienza spirituale del cristiano come partecipazione della conoscenza di Dio.
Voi in questi giorni rifletterete, aiutati da bravissimi maestri, su contenuti e strumenti dell’esercizio della vostra missione ecclesiale, accompagnare culturalmente bambini, ragazzi e giovani ad accostarsi alla vita e alla dottrina della Chiesa cattolica.
Questa pagina invece vi invita, ci invita a porre per un momento l’attenzione sull’esperienza di fede che qualifica e rende possibile la vostra particolare docenza. E lo fa richiamando l’indispensabile ruolo dello Spirito Santo.
È lo Spirito che elargisce la conoscenza profonda di ciò che sta nel cuore di Dio. Dio è impenetrabile e l’uomo non può avervi accesso: Chi ha diretto lo spirito del Signore – si chiedeva Isaia – e come suo consigliere lo ha istruito? A chi ha chiesto di consigliarlo, di istruirlo, di insegnargli il sentiero del diritto, di insegnargli la conoscenza e di fargli conoscere la via della prudenza? (Is 40, 13-14); e il Vangelo di San Giovanni si apre con questa solenne affermazione: Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato (Gv 1, 18).
Per San Paolo è chiaro: noi possiamo penetrare e progredire nella conoscenza di Dio perché abbiamo ricevuto lo Spirito di Cristo: Noi abbiamo il pensiero di Cristo. Il pensiero di Cristo è il suo Spirito, che ci è donato nel Battesimo e nella Cresima. Lo Spirito viene da Cristo e a Lui conduce, perché è Lui la sapienza che viene dall’alto e rivela il mistero di Dio.
Come lo spirito umano, la nostra intelligenza e ragione, conosce ciò che si nasconde nel più profondo del nostro cuore, così fa lo Spirito di Dio che ci partecipa le profondità di Dio, cioè il mistero della sua vita trinitaria, e ciò che Dio ci ha donato, cioè il suo progetto di salvezza dell’umanità attuato nella vita, morte e risurrezione di Gesù e attualizzato dallo Spirito attraverso la Chiesa per mezzo del Vangelo e dei Sacramenti. È lui dunque che permette al credente di penetrare e di progredire nella conoscenza di Dio.
San Paolo aggiunge che anche il parlare di quanto ci è dato di conoscere di Dio dipende all’azione dello Spirito.
Soltanto questa conoscenza esistenziale e progressiva da sostanza personale al vostro insegnamento e soltanto l’azione dello Spirito, invocato e ascoltato interiormente, permette alla vostra parola di essere annuncio e testimonianza, senza venir meno alla consegna deontologica della vostra professione di docenti di Religione cattolica in una scuola non confessionale.
Questo chiedo nella preghiera ed auguro a ciascuno di voi, nell’anno che iniziate.