Solennità dell’Epifania del Signore

Cattedrale di Aosta

06-01-2025

 

Cari fratelli e sorelle, la Liturgia dell’Epifania ci invita ad assumere gli occhi della fede per guardare alla nostra vita e al nostro mondo. Solo con questi occhi è possibile la speranza. Così è stato per i Magi. La loro speranza di trovare il Re non viene meno lungo il cammino e, alla fine, si compie perché, sorretta dalla sapienza umana e dalle Sacre Scritture, riconosce i segni della presenza e dell’azione di Dio, simboleggiati dalla stella. È, in realtà, un percorso di fede. Anche noi possiamo fare lo stesso percorso, se lasciamo che il Vangelo illumini la nostra intelligenza e lo Spirito guidi la nostra libertà per riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita e accogliere la sua azione attraverso i Sacramenti della Chiesa. Vangelo e Sacramenti sono la nostra stella e ci conducono a Gesù.

Nella prima lettura, il Profeta annuncia il ritorno degli esiliati e la ricostruzione di Gerusalemme, quando il popolo è ancora lontano dalla patria, e la Città santa è ancora in rovina. Sono gli occhi della fede che gli permettono di intravvedere ciò che Dio sta per fare.

Anche noi, rilevando la situazione drammatica di quest’ora della storia, potremmo concludere al disfacimento dell’umanità. La Parola di Dio ci invita invece ad assumere gli occhi della fede per riconoscere che la luce del Salvatore brilla proprio in queste tenebre e che noi possiamo e dobbiamo esserne protagonisti. La luce del Salvatore brilla sulla Chiesa, la comunità dei suoi discepoli, la nostra comunità. Da qui l’importanza di ricordarci del mandato che abbiamo ricevuto dal Signore: Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli (Mt 5, 14-16). Se rimaniamo fedeli al Vangelo e lo mettiamo in pratica, con semplicità e verità, possiamo essere germe divino di ricostruzione, di riconciliazione e di vita per un’umanità nuova. La fedeltà al Vangelo mi pare che oggi si giochi innanzitutto su due registri. Il primo è il richiamo alla presenza di Dio: dobbiamo avere il coraggio di testimoniare, senza falsi pudori, la nostra fede nel Dio di Gesù Cristo. Il secondo è quello della fraternità che ci chiede di costruire famiglie e comunità cristiane segnate da relazioni di comunione per essere segno in questo mondo che la fraternità è possibile.

San Paolo, nella seconda lettura, osserva la moltitudine delle genti e, nella fede, coglie che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo. Gli occhi della fede ci aiutano a vedere tutte le persone come destinatarie dell’amore salvifico di Dio. Riconsegno a me e a voi queste parole del Concilio: tutti gli uomini sono chiamati all’«unità del popolo di Dio, che prefigura e promuove la pace universale; a questa unità in vario modo appartengono o sono ordinati sia i fedeli cattolici, sia gli altri credenti in Cristo, sia infine tutti gli uomini senza eccezione, che la grazia di Dio chiama alla salvezza» (LG 13). Assumere lo sguardo di Dio, giudicare la realtà con gli occhi della fede, ci chiede di abbracciare il progetto di Dio che vuole radunare tutti gli uomini nella sua Chiesa. Non possiamo dire che una religione vale l’altra. Siamo invece chiamati a farci missionari, rispettosi di tutti, ma non rinunciatari, memori delle parole di Gesù: Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore (Gv 10, 14.16).

I Magi giunti a Betlemme sono segno del compimento finale del progetto di Dio: condurre tutte le genti a contemplare la bellezza della sua gloria e a condividere la comunione della Trinità santissima!

 

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