nel 50° anniversario della morte (9 novembre 1974)

Commemorazione Mgr Maturino Blanchet OMI

Conferenza al Cinéma Théâtre de la Ville

08-11-2024

 

Sono felice di accogliervi in questa bella sala messa a disposizione dal Seminario – grazie al Direttore don Giuliano Albertinelli – per un evento importante per la Diocesi di Aosta e per la Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, la Commemorazione di Mons. Maturino Blanchet O.M.I. a cinquant’anni dalla sua morte. È un evento importante per la Diocesi che il Vescovo ha servito per ben 22 anni (1946-1968). Lo è per la Comunità Oblata di Aosta, guidata stasera dal Superiore, padre Marcellino Sgarbossa O.M.I., e per la comunità parrocchiale dell’Immacolata, guidata dal Parroco padre Gregorio Glabas O.M.I., perché a Mons. Blanchet si deve l’erezione della Parrocchia e la conseguente costruzione della chiesa.

Saluto e ringrazio i Relatori, padre Fabio Ciardi O.M.I. e Alessandro Celi che ci presenteranno la figura di Mons. Blanchet, religioso e vescovo di Aosta.

Mi permetto di aggiungere una pennellata che contribuisce a tratteggiare l’uomo. La traggo dal primo scritto indirizzato al Clero nel Bollettino diocesano, datato 15 maggio 1946: «Après avoir dit mon merci au bon Dieu, je le dis à vous [chers et vénérés Confrères], de tout ce que vous avez fait pour moi, de toutes les bonnes paroles d’encouragement et d’affection que vous m’avez adressées pendants ces deux mois. Et les faits ont correspondu aux paroles. En montant, j’ai été extrêmement touché de voir de Pont-St-Martin à Aoste, ces groupes de nos populations, accompagnés de leur Curé et Vicaire, attendre sous une pluie battante le passage du nouveau Pasteur […]. En mon intime je les considérais comme des stations d’amour qui m’encourageaient à gravir le Calvaire de la responsabilité. Car je ne me fais pas d’illusion : la croix pectorale dont Sa Sainteté le Pape a bien voulu me faire cadeau, n’est que le symbole de la réalité. Iudicium tremens his qui praesunt [Il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto (Sap 6, 5)]». Ecco l’uomo: concreto, con i piedi ben posati in terra, spirituale, con gli occhi puntati verso il Cielo, capace di tenerezza e di affetto, con un cuore grande.

 

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