Celebrazione della Passione del Signore

07-04-2023

 

Prestiamo attenzione all’inizio del racconto della Passione secondo san Giovanni. Gesù è nel giardino degli ulivi quando arriva Giuda con i soldati e le guardie del tempio. Sapendo tutto quello che doveva accadergli si fa avanti e domanda: «Chi cercate?»«Gesù, il Nazareno»«… sono io! Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano». L’Evangelista rivela il motivo di questa richiesta di Gesù: Perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Siamo così rinviati alla parabola del Buon Pastore come a una lente attraverso cui contemplare Gesù nella Passione e adorarlo sulla Croce.

Gesù muore in croce per interporsi con la sua persona tra il male e i suoi discepoli: Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde (Gv 10, 11-12).

Gesù non subisce la Passione, ma l’abbraccia con libertà e consapevolezza perché si compia il progetto del Padre di liberare l’uomo dalla schiavitù del peccato: Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio (Gv 10, 17-18). Il Figlio obbediente è il Signore!

Gesù, Pastore buono, ha voluto che il male e la morte infierissero su di Lui perché la loro forza non distruggesse del tutto l’umanità. Il Venerdì Santo ci dona questa certezza: se rimaniamo nel recinto delle pecore, se continuiamo ad ascoltare la voce del Pastore e Lo seguiamo (Cfr Gv 10, 1-4), abbiamo uno scudo potente che ci mette al sicuro dall’affondo finale delle tenebre e del loro Principe: Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10, 28-30).

Il frutto divino della fede, dell’amore e della speranza pende dalla Croce.

 

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