Carissimi, abbiamo ascoltato la Passione. Dobbiamo farla scendere in profondità nel cuore, nella coscienza. Ripercorriamola con la mente durante l’adorazione della Croce e domani nel silenzio del sabato santo in casa o in occasione di una visita in chiesa.
Suggerisco a me e a voi di entrare nel mistero della Passione a partire da queste parole dell’Evangelista: Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete»… Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Gesù muore sapendo di aver portato a compimento la missione affidatagli dal Padre. Queste parole rivelano un modo di concepire e vivere la vita che Gesù ci lascia in eredità. La nostra vita non è un succedersi casuale di avvenimenti, ma la consapevole accoglienza e attuazione di una missione che Dio ci affida. Non si tratta di qualcosa di preconfezionato che ci viene comunicato e chiede un’applicazione meccanica. Si tratta invece di un percorso che si costruisce passo passo, fatto di avvenimenti, situazioni, incontri che ci parlano e chiedono di essere letti con fede come indicazioni e richiami indirizzati alla nostra libertà e responsabilità. È fatto anche di punti fermi, come la scelta di praticare la fede, di sposarsi, di mettere al mondo dei figli, di consacrarsi al Signore, di diventare sacerdote… Sarebbe bello, al termine della vita, pur coscienti di tutti i nostri limiti, poter dire: «È compiuto!».
Se impariamo da Gesù a guardare così alla vita non la banalizziamo, non la perdiamo in cose inconsistenti come la considerazione degli uomini o le ricchezze, neppure la assolutizziamo quasi non dovessimo mai morire in una ricerca spasmodica di star bene, di restare giovani.
Penso a ogni battezzato, in particolare a me, ai sacerdoti, ai genitori, ai consacrati: ognuno di noi dovrebbe vivere fino in fondo la missione ricevuta che passa anche attraverso la rinuncia a se, alle cose del mondo per donarsi. Siamo lontani dalla logica del nostro mondo che ci ripete fino allo sfinimento che dobbiamo coltivare il nostro benessere interiore, che dobbiamo fare ciò che ci fa star bene, che dobbiamo prendere del tempo per noi stessi… Questa non è la logica di Gesù: Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna (Gv 12, 25).