Santa Messa nella Giornata dell’unità nazionale e delle Forze Armate

Cattedrale di Aosta

04-11-2025

 

La nostra preghiera è innanzitutto per i caduti di tutte le guerre, quelle che hanno insanguinato il nostro Paese e quelle che ancora insanguinano il mondo. Sono tante, troppe. La preghiera di suffragio diventa anche implorazione perché non si ripetano più simili insensati eccidi e quelli in corso possano cessare al più presto. Preghiamo perché, come ha detto il Papa nei giorni scorsi al Colosseo, siamo convinti «che la preghiera è una grande forza di riconciliazione… La preghiera è un movimento dello spirito, un’apertura del cuore. Non parole gridate, non comportamenti esibiti, non slogan religiosi usati contro le creature di Dio. Abbiamo fede che la preghiera cambi la storia dei popoli» (28 ottobre 2025). La preghiera, mentre invoca l’aiuto di Dio, apre per sua grazia cuore e mente degli uomini a prospettive nuove di fraternità, di giustizia, di perdono, in una parola di pace.

Portiamo anche nella preghiera il servizio che rendete alla comunità nazionale voi, uomini e donne delle Forze armate, sempre più chiamati a servizi di prevenzione della guerra e di mantenimento della pace, di tutela dei più deboli come pure di promozione di una convivenza serena non solo dentro i confini nazionali ma anche su tanti fronti di questo nostro mondo inquieto e conflittuale.

Personalmente vivo questa celebrazione con voi come un ringraziamento per quello che fate e anche un incoraggiamento rivolto a tutti a svolgere al meglio il servizio per la collettività, ciascuno là dove siamo chiamati a operare.

Raccolgo poi e condivido uno spunto dalla Lettera ai Romani. San Paolo dice che la comunità cristiana è come un corpo che rimane uno anche se è fatto di molte membra. Dio elargisce doni diversi, ma complementari perché la messa in comune di quanto ricevuto costruisca armonicamente unità ed efficienza. Non tutti ricevono lo stesso dono, né tutti i doni sono concentrati in un solo membro della comunità. La ricchezza della grazia è ripartita fra tutti. È un invito a riconoscere e rispettare la diversità dei ruoli e dei carismi nella comunità ecclesiale, ma anche a spendersi per quanto si è capaci e per i doni ricevuti per l’utilità comune. Ciò che l’Apostolo dice della comunità cristiana ha anche un’applicazione laica nella vita della società. Essa si plasma con il contributo ordinato di tutti, ciascuno per la propria parte, nel riconoscimento rispettoso del ruolo di ognuno e della necessaria complementarietà nella collaborazione.

Ci conceda il Signore di non essere come gli invitati della parabola del Vangelo, insensibili rispetto ai doni di Dio.

La Giornata che viviamo, la Parola di Dio e l’Eucaristia che stiamo celebrando ci aiutino ad alimentare la consapevolezza dell’importanza del nostro servizio e anche della bellezza dei doni di fede che il Signore ci ha fatto nel Battesimo che abbiamo ricevuto!

 

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