Santa Messa con la Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali

Seminario di Aosta

26-09-2025

 

Carissimi, è bello riprendere le attività della Consulta celebrando l’Eucaristia., che ci consegna come viatico la memoria dei santi medici Cosma e Damiano e la pagina evangelica della confessione di Pietro.

I due fratelli curavano gratuitamente i corpi, ma sapevano anche ascoltare e rincuorare gli infermi e aprirli alla fede in Cristo con la testimonianza di dedizione amorevole e con la parola. Curavano la persona integralmente.

Gesù, che è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti, è il vero medico capace di curare l’umanità ferita dal peccato e dalla morte.

La memoria liturgica e la pagina di san Luca danno un tono particolare all’attenzione chiesta quest’anno dagli Orientamenti pastorali, prenderci cura delle relazioni nella vita ordinaria delle comunità. Il tono è quello della guarigione. E Dio sa quanto le nostre relazioni – familiari, ecclesiali e sociali – abbiano bisogno di guarigione!

Ma perché Gesù, per salvare, guarire l’umanità ferita, doveva soffrire molto…? Raccolgo da una bellissima omelia di papa Benedetto due risposte che aprono anche al nostro impegno. La prima: «Dio ha sofferto e nel Figlio soffre con noi. E questo è l’estremo apice del suo potere che è capace di soffrire con noi. Così dimostra il vero potere divino: voleva soffrire con noi, e per noi. Nelle nostre sofferenze non siamo mai lasciati soli. Dio, nel suo Figlio, prima ha sofferto ed è vicino a noi nelle nostre sofferenze». Dio ci insegna che per prenderci cura della nostra famiglia, della nostra associazione, della nostra comunità, della società in cui viviamo è prima di tutto necessario esserci, condividere, com-patire e con-gioire.

La seconda: «Era necessario perché nel mondo esiste un oceano di male, di ingiustizia, di odio, di violenza, e le tante vittime dell’odio e dell’ingiustizia hanno il diritto che sia fatta giustizia. Dio non può ignorare questo grido dei sofferenti che sono oppressi dall’ingiustizia. Perdonare non è ignorare, ma trasformare, cioè Dio deve entrare in questo mondo e opporre all’oceano dell’ingiustizia un oceano più grande del bene e dell’amore. E questo è l’avvenimento della Croce: da quel momento, contro l’oceano del male, esiste un fiume infinito e perciò sempre più grande di tutte le ingiustizie del mondo, un fiume di bontà, di verità, di amore. Così Dio perdona trasformando il mondo…». Con questo gesto, comprensibile solo nella logica disarmata dell’amore divino, Dio «ci invita a metterci dalla sua parte, ad uscire dall’oceano del male, dell’odio, della violenza, dell’egoismo e di identificarci, di entrare nel fiume del suo amore» (Aosta, 24 luglio 2009).

Mi auguro, vi auguro di vivere così!

 

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