Celebriamo la solennità di due amici del Signore che si fanno amici nostri, Pietro, principe degli Apostoli, e Paolo, Apostolo delle genti che ha portato il Vangelo in tutto il mondo. Due santi, due credenti, due uomini liberi, due combattenti di Dio: Sono di esempio e di incoraggiamento per tutti noi, in particolare per i Sacerdoti che iniziano il servizio canonicale.
Pietro e Paolo sono uomini credenti e per questo felici, anche nelle contraddizioni della vita
Gesù, dopo la confessione di Pietro, lo chiama beato perché è stato raggiunto dalla grazia di Dio, illuminato dalla fede. Pietro è uomo felice perché il Padre lo guida a riconoscere Gesù e a credere in Lui, al di là delle sue debolezze e del tradimento che avrebbe compiuto.
Questo tratto della figura di San Pietro ci invita a riscoprire la bellezza di essere credenti, a ritrovare la gioia e la fierezza di essere cristiani. San Paolo scrivendo ai Romani dice: Io … non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede (Rm 1, 16).
Pietro e Paolo sono liberi perché Dio ha sciolto le loro catene
La prima e la seconda lettura ci parlano di questa liberazione. Pietro è uomo libero, libero dalle mani di Erode certamente, ma anche libero da quelle catene invisibili che lo tenevano imprigionato in se stesso e che lo avevano portato a tradire il Signore; ora l’opera di trasformazione di Pietro in pescatore di uomini, iniziata da Gesù sulla riva del mare di Galilea in un giorno di qualche anno prima, è davvero compiuta! Pietro è pronto per la missione che il Signore gli ha affidato!
E Paolo racconta: Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. Con il linguaggio del pio israelita, Paolo confessa la sua fede nella forza liberatrice di Dio nei riguardi di chi è minacciato (cfr. 1 Mac 2, 60 e Sl 22, 20-22: Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, vieni presto in mio aiuto. Libera dalla spada la mia vita, dalle zampe del cane l’unico mio bene. Salvami dalle fauci del leone e dalle corna dei bufali).
Sono parole – quelle di Pietro e di Paolo – che suonano come invito a fare memoria, a lodare il nome del Signore per le nostre esperienze di liberazione! Guardare con pazienza e con fede alla nostra vita, pensando che il Signore va compiendo quanto ha iniziato in noi il giorno del nostro Battesimo!
Pietro e Paolo sono credenti che combattono per la fede
La loro esperienza ci lascia intuire che credere non è facile ed esige lotta, combattimento. La fede di Pietro è come una roccia, ma viene forgiata dalle prove della vita, dalle prove di una fedeltà che viene costruendosi conoscendo e superando l’incomprensione per il destino di Gesù, i facili entusiasmi, il rinnegamento. Ci viene in aiuto san Paolo che parla del cammino della fede come di una battaglia, di una corsa allo stadio. Alla fine può dire: Ho conservato la fede!
L’esempio di Pietro e di Paolo ci incoraggia. Gli alti e bassi della vita non ci devono spaventare. Teniamo ferma la fiducia nel Signore, teniamo fermissima la nostra confessione di fede. Sappiamo che questa non è mai un possesso pacifico: il dono della fede va custodito, va difeso, va alimentato.
Così sia per noi, per l’intercessione dei grandi Apostoli, Pietro e Paolo.