Carissimi, dall’alto della croce, ormai gloriosa, Gesù ripete: Ecco tua madre! E ci invita a fare come il discepolo della prima ora, ad accoglierla, a prenderla con noi. Gesù ci dona sua Madre, come Madre di misericordia e di speranza.
Possiamo lasciarci guidare dalla devozione cristiana che ha visto Maria prefigurata nella nuvoletta che appare al servo di Elia, portatrice della pioggia che mette fine alla siccità e alla carestia che avevano tormentato Israele per più di tre anni. Come la nuvola contiene la pioggia che darà ristoro alla terra riarsa così Maria ci dona il Figlio di Dio che viene per liberare dal male e restituire speranza.
Innanzitutto, care sorelle monache, vorrei dirvi che consideriamo la vostra presenza e la vostra preghiera come il salire perseverante e insistente del servo di Elia sulla cima del Carmelo. Alla vostra preghiera vogliamo unire la nostra per invocare l’intercessione di Maria perché appaia all’orizzonte di questa umanità ferita dal peccato e dalla violenza e porti consolazione. Insieme chiediamo con fiducia alla Madre perché si faccia presente nel cielo dei popoli in guerra e nel cuore di tante persone che soffrono per la povertà, le ingiustizie, la malattia, i tradimenti e i fallimenti. Sia per tutti un segno di speranza.
La Parola del Vangelo ci ricorda che ai piedi della croce la maternità di Maria è diventata maternità universale. Gesù ha unito sua Madre alla fecondità spirituale del suo sacrificio. E così ogni volta che Maria viene invocata, ogni volta che appare nel cielo della vita degli uomini la pienezza dei tempi si compie, l’uomo può ancora incontrare nella fede il Salvatore ed essere da lui riscattato e abilitato dallo Spirito Santo alla preghiera filiale, a dire: Abbà! Padre!
Maria, Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, volgi a noi i tuoi occhi e donaci Gesù!