Celebrazione diocesana della Giornata mondiale del malato

Santuario di Maria Immacolata

09-02-2025

 

Carissimi, fermiamo l’attenzione sull’esperienza dell’incontro di Pietro con Gesù. Gesù raggiunge Pietro mentre sta lavorando, in un contesto di vita quotidiana. Proviamo a leggervi in filigrana la nostra esperienza, facendo magari memoria di qualche momento forte di incontro con il Signore. Per Pietro si tratta di un momento di verità e di cambiamento di vita, segnato da tre azioni: un atto di fiducia verso Gesù (sulla tua parola getterò le reti); la presa di coscienza della propria piccolezza e distanza rispetto a Dio (allontanati da me); il riconoscimento di essere peccatore (sono un peccatore). Gesù lo accoglie, lo trasforma e lo fa diventare pescatore di uomini.

Così accade anche per noi: se ci fidiamo di Gesù, Gli apriamo la porta e ci lasciamo raggiungere da Lui,  il Signore agisce nella nostra vita e ci trasforma con la sua grazia. Anche a noi ripete quella parola che è sorgente di speranza, Non temere, e che ci riempie di fiducia facendoci ripetere con il Salmista: La tua destra mi salva. Il Signore farà tutto per me. Signore, il tuo amore è per sempre.

L’incontro con Gesù ha i suoi momenti forti che, per noi cristiani, sono i Sacramenti, in particolare l’Eucaristia e la Confessione. C’è poi un Sacramento che Gesù ha istituito proprio per raggiungerci quando la vita è toccata dalla fragilità e dalla malattia e facciamo esperienza del limite e dell’impotenza. Nel Vangelo ci imbattiamo continuamente nella compassione di Cristo verso i malati. Proprio le sue guarigioni sono uno dei segni più eloquenti della visita di Dio e della presenza del suo Regno. Gesù guarisce e perdona i peccati, perché è Medico delle anime e dei corpi, si prende cura di tutto l’uomo. «Il suo amore di predilezione per gli infermi non ha cessato, lungo i secoli, di rendere i cristiani particolarmente premurosi verso tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Esso sta all’origine degli instancabili sforzi per alleviare le loro pene» (CCC n. 1503). Oltre che nella cura dei cristiani, anche oggi è possibile incontrare direttamente Gesù Medico che, nel Sacramento dell’Unzione, si rende presente accanto ai malati.

Il Sacramento viene amministrato dai Sacerdoti a coloro che per malattia o per vecchiaia vedono la propria vita o l’integrità della stessa messa a rischio. Il Sacramento non viene amministrato in maniera indiscriminata; va richiesto responsabilmente dal fedele o dalla sua famiglia e richiede discernimento da parte del ministro.

Il Catechismo (cfr nn. 1520-1523) ricorda che l’Unzione degli infermi porta a chi lo riceve un dono particolare dello Spirito Santo come grazia di conforto, di pace e di coraggio per superare le difficoltà proprie dello stato di malattia grave o della fragilità della vecchiaia. La grazia dello Spirito sostiene la fede in Dio e fortifica contro le tentazioni di scoraggiamento e di angoscia. Questa assistenza del Signore vuole portare il malato alla guarigione dell’anima, ma anche a quella del corpo, se tale è la volontà di Dio, e al perdono dei peccati.

Il Sacramento dona al malato la forza di fede e carità per unirsi più intimamente alla Passione di Cristo e contribuire così, con l’offerta della vita e delle sofferenze, alla santificazione della Chiesa e al bene di tutti gli uomini.

Infine il Sacramento prepara anche il fedele all’ultimo passaggio. L’Unzione degli infermi completa le sante unzioni che segnano la vita cristiana, completando la piena conformazione a Cristo morto e risorto.

Cari fratelli e sorelle, vedete quale dono di presenza e di salvezza Gesù ha donato alla sua Chiesa, quale tesoro di grazia. Sia la celebrazione odierna occasione per accrescere in noi il desiderio di incontro con Cristo fidandoci della sua parola, come fece Pietro. E, in caso di necessità non manchiamo di chiedere il soccorso della grazia nel Sacramento dell’Unzione dei malati e noi Sacerdoti non manchiamo di prontezza e di fede nel rispondere alla chiamata della Chiesa. Amen.

 

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