Carissimi, siamo riuniti per celebrare il giorno del Signore e in questa Eucaristia ricordiamo nella preghiera un illustre figlio di questa comunità, il canonico Pierre-Louis Vescoz, morto ad Aosta l’8 febbraio 1925. Era nato qui 85 anni prima e al suo paese è rimasto sempre legato: è suo il disegno per la costruzione della chiesa nella quale ci troviamo e fu strenuo sostenitore e animatore della sua realizzazione; qui ha voluto far nascere il famoso arboretum che oggi porta il suo nome e alla storia di Verrayes ha dedicato ricerche accurate confluite in una raccolta manoscritta di note. Quasi incarnando l’ampiezza di sguardo che caratterizza il vostro paese, il canonico Vescoz ha allargato le sue ricerche e i suoi studi all’intera Valle, applicando l’intelligenza alla conoscenza e alla ricerca nei più svariati ambiti, passando da una disciplina scientifica all’altra, con tutti i mezzi che gli venivano offerti all’epoca. E questo fece senza venir meno alla sua fede rigorosa e al ministero svolto sempre con generosa dedizione. In un tempo in cui la contrapposizione era quasi d’obbligo, egli fu un intellettuale capace di mettere insieme religione e sapere scientifico, non soltanto nel senso alto del termine, ma anche trasmettendo ad altri il gusto per la ricerca e favorendo la divulgazione del sapere.
Venendo al Vangelo che la Liturgia ci propone oggi, vorrei sottolineare l’esperienza dell’incontro di Pietro con Gesù e invito me stesso e ciascuno di voi a leggervi in filigrana la propria esperienza, accaduta o possibile che sia. Per Pietro si tratta di un momento di verità nella sua esistenza segnato da tre azioni: l’obbedienza alla parola di Gesù (sulla tua parola getterò le reti); la presa di coscienza della propria piccolezza e distanza rispetto al Signore (allontanati da me); il riconoscimento di essere peccatore (sono un peccatore). Tutto nasce dalla prima apertura di Pietro, il gesto di obbedienza e di fiducia nei riguardi di Gesù.
Così accade anche per noi: se ci fidiamo di Gesù e proviamo a praticare la sua parola e i suoi comandamenti (obbedienza e fede), il Signore agisce nella nostra vita e rivela anche a noi ciò che si aspetta da noi. Di fronte alla presa di distanza di Pietro e alla confessione di essere peccatore, Gesù dice: Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini. L’incontro con il Signore comporta un mutamento radicale dell’esistenza di Pietro, chiamato ad essere discepolo e apostolo del Signore, missione che egli accoglie e vive con i suoi compagni: tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Su questa parola di Gesù Pietro ha costruito la sua vita fino alla suprema testimonianza del martirio. Chiediamo in questa Santa Messa di essere dei cristiani che si lascino incontrare da Gesù così in profondità, com’è accaduto per Pietro. Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre (Eb 13, 8)! A noi di provare ad aprire la porta. Il Signore farà il resto! E sappiamo che sarà bene per noi!