Caro Simone, carissimi fratelli e sorelle, la Parola ferma la nostra attenzione sull’Eucaristia. Vogliamo cogliere alcuni spunti per la vita e per il servizio.
Genesi presenta la prefigurazione dell’Eucaristia nel sacrificio offerto al Dio altissimo da Melchisedek. Il testo, riletto nel contesto della festa liturgica, dice che l’Eucaristia risponde al bisogno di relazione con Dio profondamente radicato nel cuore umano. Questo anelito attraversa tutta la storia dell’umanità ed è vivo anche oggi. Troppo spesso non riusciamo a intercettarlo. A volte, partendo dalla convinzione che l’Eucaristia è il vertice della vita cristiana, diciamo che essa rappresenta un punto di arrivo e che, quindi, non va proposta a tutti – ai giovani, ad esempio – che non va proposta all’inizio di un percorso di riavvicinamento alla fede… Così facendo, forse confidiamo un po’ troppo nelle nostre forze e nelle nostre iniziative. In realtà, chi è battezzato, appartiene a Gesù e Gesù lo attende nell’Eucaristia in ogni momento, in qualsiasi tappa e situazione della sua vita. San Cipriano richiamando le parole di Gesù: Io sono il pane vivo… Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno (Gv 6, 51), afferma: «È evidente… che vivono coloro che gustano il suo corpo e ricevono l’Eucaristia per diritto di comunione. Da ciò si deduce che se qualcuno si astiene dall’Eucaristia si separa dal corpo di Cristo, e rimane lontano dalla salvezza. È un fatto di cui preoccuparsi. Preghiamo il Signore che non avvenga» (dal Trattato Sul Padre nostro).
Proviamo ad avere un po’ più di fede e a lasciare agire il Signore e la sua grazia. Da parte nostra, riscopriamo la mistagogia e accompagniamo i fratelli a rileggere l’esperienza vissuta nella Liturgia per entrare nei misteri di Dio.
Non avere paura, caro Simone, come diacono, di servire la verità e la potenza dell’Eucaristia partecipando assiduamente alla Santa Messa e invitando le persone che ti saranno affidate ad affacciarsi alla mensa del Signore, fidandoti più di Lui e della sua potenza che delle tue capacità.
Nel Vangelo, Gesù, con la moltiplicazione dei pani, anticipa l’istituzione dell’Eucaristia e mette in risalto la continuità tra celebrazione eucaristica e carità: Voi stessi date loro da mangiare. Una settimana fa abbiamo celebrato la festa di San Bernardo e ho ricordato il commento di papa Francesco al motto in cui si condensa la sua spiritualità: Hic Christus adoratur et pascitur – Qui Cristo è adorato e nutrito. Ci diceva il Santo Padre: «Un programma di carità integrale, materiale e spirituale, che ha al centro l’Eucaristia, e che dalla preghiera sfocia nell’accoglienza di chiunque bussi alla porta. Un vero modello anche per i nostri giorni: accogliere e prendersi cura di chiunque chieda aiuto, nel corpo e nello spirito, senza distinzioni e senza chiusure». San Bernardo ci insegna che esiste una bella continuità tra l’Eucaristia e la mensa condivisa con il povero: il Signore ci fa suoi commensali e diventa pane per noi, uomini fragili e peccatori, perché noi possiamo farci pane per chi ha bisogno di tutto, nel corpo e nello spirito. Gesù dopo aver parlato alle folle del Regno di Dio, guarisce gli ammalati e procura il cibo perché possano mangiare a sazietà.
Un programma per ognuno di noi e per te, Simone, in particolare, come recita il Rito dell’Ordinazione: «Consacrato con l’imposizione delle mani secondo l’uso trasmesso dagli Apostoli e unito più strettamente all’altare, il diacono eserciterà il ministero della carità».
Infine nella seconda Lettura ci viene ricordato che l’Eucaristia è il tesoro della Chiesa che non può e non dev’essere dilapidato. San Paolo dice di aver trasmesso fedelmente ciò che ha a sua volta ricevuto. E così dobbiamo fare noi. Caro Simone, sei anche tu inserito in questo flusso della Tradizione, chiamato a custodire con la vita e la parola, con l’intelligenza e la volontà il tesoro eucaristico della Chiesa. Quando la comunità celebra l’Eucaristia fa memoria della Pasqua di Gesù, rende presente il suo sacrificio salvifico e anticipa la comunione eterna con la Santissima Trinità: Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
Caro Simone, siano per te intercessori e modelli due nuovi Santi, due giovani laici che hanno custodito e vissuto il tesoro eucaristico della Chiesa, sorgente di carità quotidiana e autostrada per il cielo, Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis. Amen.