Carissimi, giunti all’ultima tappa del nostro pellegrinaggio quaresimale, il Vangelo ci propone uno dei grandi segni compiuti da Gesù, la risurrezione di Lazzaro, e la corrispondente rivelazione: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. E la rivelazione diventa domanda rivolta da Gesù a Marta e, attraverso di lei, a ogni discepolo di ogni luogo e di ogni tempo, a noi: Credi questo?
Credi questo?
È la provocazione che raccogliamo stasera come pellegrini di speranza. Ci aiuta papa Francesco che, indicendo il Giubileo, si chiede: «Ma qual è il fondamento del nostro sperare?» (SnC 18) e risponde: «“Credo la vita eterna”: così professa la nostra fede e la speranza cristiana trova in queste parole un cardine fondamentale… guardando al tempo che scorre, abbiamo la certezza che la storia dell’umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma sono orientate all’incontro con il Signore della gloria. Viviamo dunque nell’attesa del suo ritorno e nella speranza di vivere per sempre in Lui» (SnC 19).
Gesù crocifisso e risorto è il cuore della nostra fede. Il Padre lo ha risuscitato nella forza dello Spirito Santo costituendolo primizia di risurrezione per tutti coloro che gli appartengono per la fede e il Battesimo (cfr 1 Cor 15, 20.23). «La speranza cristiana consiste proprio in questo: davanti alla morte, dove tutto sembra finire, si riceve la certezza che, grazie a Cristo, alla sua grazia che ci è stata comunicata nel Battesimo, “la vita non è tolta, ma trasformata” [Messale Romano, Prefazio dei defunti I] per sempre. Nel Battesimo, infatti, sepolti insieme con Cristo, riceviamo in Lui risorto il dono di una vita nuova, che abbatte il muro della morte, facendo di essa un passaggio verso l’eternità» (SnC 20).
Credi questo?
Per chi crede – e la fede è il vero passaporto per l’eternità – al di là della morte si apre con Gesù l’esperienza della comunione piena con Dio. Quanto adesso viviamo nella speranza, allora lo vedremo nella realtà. Ciò che pregustiamo anche stasera celebrando l’Eucaristia, accogliendo il perdono dei peccati nel sacramento della Confessione, adorando Gesù presente nel pane, allora lo vivremo in pienezza. L’amore infinito di Dio colmerà tutte le nostre attese.
Credi questo?