XXXII Giornata Mondiale del Malato

Domenica 11 febbraio 2024

Quando il 13 maggio 1992 san Giovanni Paolo II istituiva la Giornata Mondiale del Malato, ne definiva gli scopi. Da allora, ogni anno, la Giornata Mondiale del Malato ha posto l’accento su temi, situazioni, realtà diverse, in un cammino ecclesiale condiviso. La CEI ha sempre adeguato al contesto italiano i “Temi” e i  “Messaggi” proposti per la celebrazione, proponendo un ricco patrimonio iconografico e di contenuti.

 

IL MESSAGGIO DEL DIRETTORE DON ISIDORO MERCURI GIOVINAZZO

«Non è bene che l’uomo sia solo» (Gen 2,18), curare il malato curando le relazioni, è il titolo della XXXII GMM fissata per domenica 11 febbraio 2024 e celebrata nella nostra Diocesi, nella Chiesa di Maria Immacolata. Inizieremo con il Santo Rosario alle ore 14.30 e dopo l’Eucaristia, presieduta dal Vescovo, faremo merenda insieme.

Dio, ha creato l’essere umano per la comunione, inscrivendo nel suo essere la dimensione della relazione. La nostra vita, plasmata ad immagine della Trinità, è chiamata a realizzare pienamente sé stessa nel dinamismo delle relazioni, dell’amicizia e dell’amore vicendevole. Siamo creati per stare insieme, non da soli, tanto che l’esperienza dell’abbandono e della solitudine ci spaventano e sono tanto dolorosi. Queste emozioni si amplificano nel tempo della fragilità, dell’incertezza e dell’insicurezza, quando sopraggiunge una malattia.

Il Santo Padre ricorda il periodo della pandemia, la solitudine di quanti si trovano senza sostegno e senza assistenza. Anche la guerra può essere considerata una malattia, anzi, la più terribile delle malattie sociali, e le persone più fragili ne pagano il prezzo più alto. Anche nei Paesi che godono della pace e di maggiori risorse, il tempo dell’anzianità e della malattia è spesso vissuto nella solitudine e, talvolta, addirittura nell’abbandono. Sappiamo che la cultura dell’individualismo spinge al mito dell’efficienza, è indifferente e spietata e abbandona chi non si riesce a stare al passo. Diventa cultura dello scarto, in cui «le persone non sono più sentite come un valore primario da rispettare e tutelare, specie se povere o disabili, se “non servono ancora” – come i nascituri, o “non servono più” – come gli anziani» (Enc. Fratelli tutti, 18). Occorre mettere al centro la dignità della persona umana e dei suoi bisogni, favorendo strategie e risorse necessarie per garantire ad ogni essere umano il diritto fondamentale alla salute e l’accesso alle cure. L’abbandono e l’isolamento ci fanno perdere il significato dell’esistenza, ci tolgono la gioia dell’amore e ci fanno sperimentare un oppressivo senso di solitudine in tutti i passaggi cruciali della vita.

La prima cura di cui abbiamo bisogno nella malattia è la vicinanza piena di compassione e di tenerezza. Per questo, prendersi cura del malato significa anzitutto prendersi cura delle sue relazioni: con Dio, con gli altri – familiari, amici, operatori sanitari –, col creato, con sé stesso. Siamo venuti al mondo perché qualcuno ci ha accolti, siamo fatti per l’amore, siamo chiamati alla comunione e alla fraternità. Questa dimensione del nostro essere ci sostiene soprattutto nel tempo della malattia e della fragilità, ed è la prima terapia che tutti insieme dobbiamo adottare per guarire le malattie della società in cui viviamo. Il Papa dice ai malati di non avere vergogna del desiderio di vicinanza e di tenerezza, di non nasconderlo e non ritenere mai di essere un peso per gli altri. La condizione dei malati invita tutti a frenare i ritmi esasperati in cui siamo immersi e a ritrovare noi stessi.

Prendiamoci cura di chi soffre ed è solo, magari emarginato e scartato. Specialmente noi cristiani ricerchiamo uno sguardo compassionevole, quello di Gesù. Con l’amore vicendevole, che Cristo Signore ci dona nella preghiera, particolarmente nell’Eucaristia, curiamo le ferite della solitudine e dell’isolamento.

Gli ammalati, i fragili, i poveri sono nel cuore della Chiesa e devono essere anche al centro
delle nostre attenzioni umane e premure pastorali. Chiediamo a Maria Santissima, Salute degli infermi, che interceda e ci aiuti ad essere artigiani di vicinanza e di relazioni fraterne.

 

APPUNTAMENTI DIOCESANI

Festa di nostra Signora di Lourdes
Sabato 10 febbraio 2024 – ore 15.00
AOSTA / Beauregard e Parini
I volontari dell’O.F.T.A.L. e i membri della Cappellania ospedaliera visiteranno gli ammalati ricoverati donando loro dei ricordini acquistati a Lourdes durante il pellegrinaggio.

Giornata diocesana del malato
Domenica 11 febbraio 2024
AOSTA / Parrocchia di Maria Immacolata
– ore 14.30 Preghiera del Santo Rosario
– ore 15.00 Celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Vescovo

 

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