Vespri nella festa di Sant’Anselmo d’Aosta

10° anniversario di fondazione della Cappella musicale della cattedrale

21-04-2024

 

Permettetemi di iniziare esprimendo la gioia di celebrare il decimo anniversario della costituzione della Cappella Musicale della nostra Cattedrale, che abbiamo dedicato al Santo valdostano più conosciuto nel mondo e davvero grande, Sant’Anselmo, di cui oggi cade la memoria liturgica. La gioia si fa gratitudine, quando penso che la Cappella è frutto dell’iniziativa sapiente e generosa di un piccolo gruppo guidato dai Maestri Efisio Blanc e Jefferson Curtaz, rispettivamente Maestro di Cappella e Organista della Cattedrale. Il gruppo è cresciuto nel tempo mantenendo fede al suo impegno di sostenere con il canto liturgico e la musica sacra le celebrazioni della nostra chiesa madre, in particolare quando «c’è una speciale manifestazione della Chiesa nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio… alla medesima eucaristia… cui presiede il vescovo circondato dai suoi sacerdoti e ministri» (SC 41), come insegna il Concilio.

Cari amici, grazie di cuore!

Vengo ora al testo biblico, tratto dalla Lettera di Giacomo, che si applica certamente a Sant’Anselmo, ma che disegna anche il profilo di ogni buon cristiano, di ognuno di noi.

Per comprenderlo bene ricollochiamolo nel suo contesto immediato, leggendo i versetti precedenti (13-16): Chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza. San Giacomo ci dice che la sapienza a che fare con la vita quotidiana, con il nostro comportamento. È il modo di intendere la vita e il mondo da cui scaturiscono scelte e risposte operative alle questioni e ai problemi che quotidianamente ci sfidano. Questa sorgente interiore e mentale dell’agire può essere di diversa natura: Se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non dite menzogne contro la verità. Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrestre, materiale, diabolica; perché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Da una parte c’è la sapienza diabolica, portatrice di gelosia, di divisioni e di ogni sorta di cattive azioni; dall’altra parte la sapienza che viene dall’alto, ispirata da Dio, portatrice di misericordia, di pace, di giustizia e di buoni frutti.

Sant’Anselmo ha ricercato lungo tutta la sua vita la sapienza che viene dall’alto e l’ha insegnata a tanti giovani in ricerca della verità e di Dio. L’ha cercata, l’ha praticata e l’ha comunicata come il principio dell’agire cristiano e dell’ordinamento della società secondo Dio.

Il suo esempio pone un grande interrogativo a noi che lo veneriamo Patrono: «Siamo disposti a fare spazio nella nostra intelligenza e nel nostro cuore alla Parola di Dio che ci offre luci di sapienza che viene dall’alto per rispondere alle domande e ai problemi della vita?». Non è una domanda retorica, perché spesso invochiamo la sapienza di Dio, ma poi finiamo per fidarci di più della nostra sapienza. Se è vero che dobbiamo pregare per invocare da Dio la sapienza, soprattutto dobbiamo pregare per chiedere un cuore docile, capace di accoglierla e di lasciarsi guidare in obbedienza e umiltà. Ancora san Giacomo: Se qualcuno di voi è privo di sapienza, la domandi a Dio, che la dona a tutti con semplicità e senza condizioni, e gli sarà data. La domandi però con fede, senza esitare (1, 5-6a).

Facciamo così: ne avrà vantaggio la nostra vita, la nostra famiglia, il nostro servizio ecclesiale.

 

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