Veglia Pasquale

30-03-2024

 

«Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui… andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete…».

Vorrei, cari fratelli e sorelle, che noi riascoltassimo come indirizzate a noi le parole rivolte alle donne nel sepolcro vuoto di Gesù: un invito, un annuncio, un invio.

 

L’invito

Non abbiate paura! Le tre Marie vanno al sepolcro, spinte dall’affetto per Gesù e dalla pietà umana. Si avviano, ma solo lungo la strada si ricordano del masso che chiude il sepolcro e che non hanno la forza di spostare. Vi scorgiamo l’immagine del nostro cammino di discepoli: generosità, ma anche superficialità, slanci di carità, ma anche chiusure e grettezze, fede, ma anche dubbi («Sarà tutto vero quanto promesso da Gesù?»), domande sospese di fronte al male del mondo, così pervasivo e drammatico, e di fronte alle scelte che dobbiamo fare, al futuro che ci attende e che dobbiamo costruire.

Non abbiate paura. Tra poco faremo memoria del Battesimo. Rinnoveremo i nostri impegni di vita cristiana e saremo aspersi con l’acqua purificatrice. Viviamo con intensità questo momento. È il modo con cui il Signore ci ripete di non avere paura. Ci propone un nuovo inizio: Come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova… consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù. Non dobbiamo aver paura perché la potenza dello Spirito ci investe. A noi di spiegare le vele del cuore, dell’intelligenza e della volontà per lasciarci spingere sulle rotte del Vangelo!

 

L’annuncio

Voi cercate… il crocifisso. È risorto, non è qui. Il nuovo inizio diventa possibile per noi perché la storia ha ripreso la sua corsa in quella prima domenica cristiana, quando il crocifisso è risorto. La risurrezione di Cristo imprime una nuova spinta alla storia della Salvezza che abbiamo ripercorso in questa Veglia, dalla creazione fino alla Pasqua. È la nostra storia. Dio la vive con noi. Ci invita a scrivere con Lui il capitolo che ci riguarda, che riguarda il nostro tempo, la nostra famiglia, la nostra Chiesa. È come un’appendice santa e vivente alla Sacra Scrittura. Possiamo ripetere con il profeta Baruc: Egli è il nostro Dio, e nessun altro può essere confrontato con lui. Egli ha scoperto ogni via della sapienza e l’ha data a Giacobbe, suo servo… Beati siamo noi… perché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto.

 

L’invio

 Andate… Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete. Andate è il verbo pasquale dei discepoli. Andiamo dunque e portiamo l’annuncio della Pasqua come speranza in un mondo dalle corte vedute, tormentato dalla paura e dalla violenza. Annunciamo che il nostro Dio ha vinto la morte e il male del mondo e che, nel perdono dei peccati, offre a tutti la possibilità di voltare pagina e riprendere il cammino: L’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché… noi non fossimo più schiavi del peccato.  Andiamo dunque con la certezza che Gesù lo vedremo negli occhi e nella vita delle persone alle quali siamo inviati. Nella loro vita ci precede! Raccontando la Pasqua nel dialogo a tu per tu compiremo il mandato di Gesù e avremo la gioia di riconoscerlo e di incontrarlo.

Non abbiate paura! È risorto. Andate.

 

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