Solennità del Corpus Domini

Celebrazione cittadina al Santuario di Maria Immacolata

02-06-2024

 

Il Vangelo inizia con un dialogo. I discepoli domandano a Gesù dove voglia celebrare la Pasqua. Andate in città – risponde – seguite un uomo con una brocca ed entrate con lui in casa. Il Signore celebra la sua Pasqua là dove gli uomini vivono. È bella notizia per noi: il luogo in cui Gesù vuole celebrare la sua Pasqua è la nostra vita, con le sue gioie e fatiche, con le sue relazioni. L’Eucaristia, Pasqua di Gesù, investe la nostra vita in tutto il suo spessore.

La celebrazione della Santa Messa è tanto più vera quanto più ognuno di noi vi coinvolge la propria esistenza, lasciandosi prendere interiormente dal ritmo della celebrazione, punto di arrivo e punto di nuova partenza del nostro pellegrinare nel tempo. La Messa è tanto più feconda quanto più ognuno vi porta un pezzo di mondo e della sua storia, facendosi intercessore e mediatore di grazia.

Questo ritmo e questo coinvolgimento vorrei evocare stasera con alcuni verbi che ritroviamo nella Liturgia.

Convenire. Vengo in chiesa, mi unisco a fratelli e sorelle, tanto diversi, ma accomunati dalla fede in Gesù. Con loro formo l’assemblea che celebra l’Eucaristia. I gesti semplici di saluto e di accoglienza reciproca che precedono la Messa, se sono sinceri e non formali, dicono la nostra umanità, il bisogno che abbiamo gli uni degli altri, la gioia di riconoscerci fratelli nella fede. Questo convenire dice anche che la Chiesa – questa mia comunità – è chiamata ad essere segno e strumento dell’unione degli uomini con Dio e dell’unità di tutto il genere umano. Il nostro convenire porta in sé l’anelito all’unità e alla pace che sale a Dio da uomini e donne, bambini e anziani martoriati dalla violenza. Il loro grido chiede di tradursi in preghiera e, poi, in gesti concreti di pace in famiglia, nella società, nelle scelte quotidiane.

Chiedere perdono. Il grande dono pasquale di Gesù è il perdono dei peccati: Il sangue di Cristo… purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente. Arrivare all’Eucaristia consapevoli e pentiti dei nostri peccati apre le porte alla misericordia divina e ridona fiato alla vita liberata dal peso del male. E questo non riguarda solo la nostra sfera personale o familiare; deve invece aprirsi al mondo. Invocare l’indulgenza di Dio per tutti i peccatori, per il male che opprime l’umanità, a causa del peccato di tanti, apre spiragli all’azione di Dio che mette dentro la storia la forza di perdono e di riconciliazione della croce di Gesù, diga di bene e di amore contro il dilagare del male.

Ascoltare. Mosè scrisse tutte le parole del Signore… Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». La Parola proclamata rende ogni volta attuale l’offerta di alleanza da parte di Dio, alleanza che si rinnova per noi attorno all’altare, ma che è destinata a tutti gli uomini che noi rappresentiamo davanti al Signore. Se accolta, la Parola, per la forza dello Spirito, diventa luce per la coscienza e l’intelligenza, calore  per il cuore e guida per la volontà. Così la nostra vita fiorisce nell’amore e spande il buon profumo di Cristo attraverso una vita trasparente al Vangelo e le opere di carità cristiana.

Offrire. Gesù mosso dallo Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio per noi. Nell’Eucaristia vuole che noi ci  associamo a Lui nell’offrire a Dio la nostra vita. Quando il pane e il vino eucaristici, divenuti Corpo e Sangue di Cristo, vengono innalzati possiamo unirci a Lui e partecipare al suo sacrificio che salva il mondo intero dalla perdizione e dal male. Così nulla di noi è perduto, neppure la sofferenza o il male subito o provocato. Tutto è assunto, redento e trasformato per la salvezza nostra e del mondo.

Fare comunione. Quando facciamo la comunione, Gesù ci unisce a Sé e, contemporaneamente, ci unisce gli uni agli altri tanto da farci diventare il suo Corpo mistico, la Chiesa. L’Amen, con il quale riconosciamo la presenza di Gesù, è anche impegno a lasciare che agisca in noi il fermento di unità, di pace e di riconciliazione, impegno a portarlo in tutti gli ambienti, a essere sempre uomini e donne di comunione.

Andare. È la missione. Anche l’andare fa parte dell’Eucaristia. Andare per raccontare Gesù. Quando entriamo in chiesa per celebrare l’Eucaristia portiamo a Dio il mondo intero; uscendo dalla Chiesa portiamo Gesù al mondo perché altri possano e vogliano venire qui all’incontro con Lui.

 

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