Santa Messa in onore di San Bernardo con le Guide alpine e i Maestri di sci

Cattedrale di Aosta

14-06-2024

 

Preparando la celebrazione che stiamo condividendo mi sono chiesto: «Che cosa significa invocare oggi un santo tanto lontano nel tempo come san Bernardo, del quale conosciamo appena qualche coordinata storica? Come mai la sua presenza accompagna da un millennio la vita e la preghiera di tanti uomini e donne della nostra terra, così come di altre popolazioni alpine nostre sorelle?».

La risposta sta – io credo – nella sua eredità spirituale che può racchiudersi in una parola, accoglienza, e che ha preso forma nella fondazione dell’Ospizio e della Congregazione dei Canonici che portano il suo nome. L’accoglienza è una dimensione fondamentale della vita umana e caratterizza tutte le nostre relazioni, anche quelle che voi vivete professionalmente. E la qualità dell’accoglienza può dare gusto e serenità alla vita oppure  renderla amara, scialba o addirittura arrabbiata.

Se la bontà dell’albero si capisce dalla qualità dei suoi frutti possiamo certamente dire che san Bernardo ha saputo incarnare l’accoglienza alla luce del comandamento di Gesù: Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri; Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. E lo ha fatto in modo originale. Ci sono alcune righe della Bolla di indizione del prossimo Giubileo che forse ci aiutano a cogliere questa originalità. Scrive papa Francesco: «Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé». Saper cogliere la speranza che vive nel cuore degli altri, non incasellare le persone per il loro modo di porsi o di pensare, per quanto hanno fatto o fanno di bene o di male, ma accoglierle per la speranza di bene che portano nel cuore e che le apre alla vita, al futuro e, in definitiva, a Dio. Questo è lo sguardo originale con cui Bernardo ha vissuto e insegnato l’accoglienza: uno sguardo profondo e perfettamente evangelico sulla realtà e sulle persone. Per questo San Bernardo si è fatto predicatore itinerante nelle montagne del novarese, ambasciatore di pace presso i potenti del suo tempo, fondatore di una famiglia religiosa chiamata ad accogliere quanti affrontano i pericoli della montagna per spostarsi da un posto all’altro, senza riguardo all’origine, alla razza, alla religione. Lo ha fatto e lo ha dato come regola ai suoi figli perché ha riconosciuto nei viaggiatori, nell’imperatore Enrico IV, nei montanari del novarese uomini e donne portatori di un’attesa di bene, magari non perfettamente definita, ma tanto importante da metterli in movimento in una dura lotta per la sopravvivenza o in ardue imprese, forse anche sbagliate. Lo sguardo del nostro Santo raggiunge questa profondità perché era uomo di fede e ha imparato a leggere la propria vita secondo i doni ricevuti da Dio, doni da mettere al servizio degli altri:  Come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri.

Ecco il senso di invocare oggi questo grande Santo: san Bernardo ci insegna ad avere il suo stesso sguardo sulla nostra vita e sulla vita degli altri, aiutandoci a vivere la speranza e a riconoscerla nel cuore di quanti incontriamo come via che conduce a Dio noi e loro, Dio sa quando e come.

 

condividi su