Santa Messa e Route con i Giovani all’Eremo di San Grato

06-09-2023

 

I. “Non dire: “Sono giovane”. Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che io ti ordinerò. Non aver paura di fronte a loro,  perché io sono con te per proteggerti.

Questa parola, che Dio rivolge a un giovane giudeo di duemila seicento anni fa, io la giro a voi stasera, cari giovani cristiani di oggi. Dio chiama Geremia e lo costituisce suo porta parola, profeta. Io mi rivolgo a voi nel momento in cui la nostra diocesi si riorganizza per essere una presenza viva nella nostra Valle e vi chiedo: «Siete disposti a dare una mano, a mettervi al servizio delle vostre comunità e portare Gesù ai vostri coetanei?».

Camminando, vi suggerisco di rispondere a questa domanda: «Sono disposto a dare una mano, a mettermi al servizio della mia comunità e portare Gesù ai miei coetanei?».

 

II. Avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.

Possiamo intendere rivolte alla nostra Diocesi le parole che san Paolo scriveva agli Efesini, una giovane comunità da lui stesso fondata. Egli raccomanda ai cristiani di conservare l’unità dello spirito, ossia la comunione fraterna, come un obiettivo primario. Potremmo tradurre: cercate a tutti i costi di andare d’accordo e di avere relazioni belle tra voi! Aggiunge che questo è possibile per mezzo del vincolo della pace. Questo è il legame di pace con il quale Gesù ci collega a Dio, rendendo possibile per ciascuno di noi relazionarci direttamente con Dio; è il legame di pace che scaturisce dal perdono dei peccati; è il legame di pace che lo Spirito di Gesù effonde nei nostri cuori per darci la forza di vincere il nostro egoismo e amare sinceramente il prossimo.

Camminando, vi propongo di rispondere a questa domanda: «Che cosa posso fare per sostenere la mia comunità nell’esperienza della fraternità e far sì che essa diventi più accogliente verso tutti e in particolare verso i  giovani?».

 

III. Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé…

Questa pagina di Luca non parla degli apostoli, ma dei discepoli, di tutti i battezzati: tutti siamo inviati davanti a Lui. Questa piccola precisazione è importante: non siamo inviati per conto nostro ma davanti a Lui; Lui ci segue, è con noi e noi dobbiamo fare solo da apripista. Mi raccontava un giovane animatore di alcune esperienze fatte in mezzo ai giovani; mi diceva: «Se tu ci stai, ascolti, cerchi di donarti e dire la tua esperienza, ti accorgi che c’è qualcosa di più della relazione naturale che si crea per simpatia o amicizia, c’è qualcosa di soprannaturale, c’è il Signore». Non siamo soli: Gesù è con noi e vuole che questo sia anche espresso visibilmente: Li inviò a due a due. Facciamo tesoro anche di questa indicazione. Anche se parlo da solo con altri, è importante che io sia inserito nella rete della comunità, che io abbia amici con cui condividere la fede. Così ho visto fare ai giovani che hanno offerto l’evangelizzazione di strada in occasione della Pentecoste: hanno preparato l’annuncio serale e notturno, condividendo preghiera, ascolto e fraternità durante la giornata.  Suggerisco quindi un’ultima domanda: «Che cosa posso fare per raccontare a chi non la conosce la bellezza dell’essere cristiani, senza avere paura di essere giudicato o emarginato?»

 

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