S. Messa per l’inizio del Capitolo generale delle Suore di San Giuseppe di Aosta

nella memoria di Sant'Ignazio di Loyola, sacerdote

31-07-2023

 

Care sorelle, la Liturgia con la quale date inizio al Capitolo – Parola di Dio e memoria di Sant’Ignazio – vi offre un’indicazione preziosa, quella di accostarvi al vostro compito e di vivere questi giorni con sguardo di fede.

Le parabole del granello di senape e del lievito nella pasta dicono che Dio non interviene nella storia alla maniera degli uomini, dei potenti della terra che tutto determinano e tutto vogliono controllare. Gesù usa le immagini del seme, apparentemente insignificante, e del lievito, poca cosa rispetto alla massa della pasta, entrambi quasi invisibili, il primo per il fatto di essere piccolo, l’altro per il fatto di scomparire nella pasta.

Da notare che il seme e il lievito non sono i discepoli del Regno, ma il Regno stesso. Questo vale anche per la vostra famiglia religiosa: il granello di senape e il lievito non siete voi, la vostra Congregazione, ma Dio; voi siete il campo in cui il suo Regno viene seminato, la pasta con la quale il lievito divino viene mescolato. Ciò che cresce, ciò che resta è il Regno. È in questa prospettiva che siete chiamate a lavorare nei prossimi giorni. Per dirlo con Sant’Ignazio, siete chiamate a lavorare ad maiorem Dei gloriam, perché cresca la gloria di Dio! Ogni decisione che prenderete, gli orientamenti che assumerete per il futuro vanno sottoposti a questo vaglio: «Fanno risplendere la gloria di Dio, glorificano il suo nome, riflettono il suo amore e la sua volontà di salvezza per tutti?».

Lavorare per la gloria di Dio comporta l’impegno di decentrarsi: se siamo noi al centro, ragioniamo e agiamo come ragiona e agisce il mondo; se Cristo è al centro, il riferimento è il Mistero pasquale con tutto ciò che significa sul piano personale e comunitario in termini di morte e risurrezione, di abbandono a Dio e di fiducia in Lui, di donazione agli altri e di cura nei loro confronti.

Concretamente per voi capitolari il decentramento significa far posto allo Spirito, spogliandovi di tutto ciò che avete già concordato o pensato. Se arrivate al Capitolo con i giochi già fatti e qui non vi spogliate di questo, il Capitolo diventa una ratifica formale di giochi umani e non un evento dello Spirito. Sant’Ignazio – diceva l’orazione iniziale – ha combattuto la buona battaglia della fede. È la battaglia contro l’idolatria come ci ricorda la prima lettura e l’idolatria è sempre mettere noi al posto di Dio, sostituirci a Lui, pensando di essere in grado di assumere le redini della storia, della Chiesa, della Congregazione.

Care sorelle, vi auguro questa libertà e questa obbedienza difficile allo Spirito che parla. Possiate cogliere quella parola, che umanamente non conta perché viene da una sorella che non sembra così titolata, o quel gesto, apparentemente insignificante, attraverso i quali lo Spirito vi parlerà e vi indicherà il sentiero di Dio. Non abbiate paura di rimettere in discussione i vostri progetti, ma fatelo nel soffio dello Spirito.

Infine, care sorelle, non dimenticate il ritornello del Salmo di questa celebrazione di apertura: «Rendete grazie al Signore, perché è buono». Sì, care sorelle, celebrare il Capitolo significa anche fare memoria della bontà di Dio dispiegata nella storia della vostra Congregazione, in particolare dal 1831 a oggi, e nella vita di ciascuna di voi.

Rendiamo grazie al Signore, perché è buono!

 

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