S. Messa per la commemorazione di Gino Pistoni

25-07-2023

 

Carissimi, riuniti nel Signore facciamo memoria della vita e della morte del Servo di Dio Gino Pistoni. Lo facciamo nella festa di San Giacomo, il primo Apostolo martirizzato, pochi anni dopo Nostro Signore.

I testi biblici proposti dalla Liturgia delineano bene chi è un apostolo, ma anche chi è un cristiano. Così vorrei rileggerli con voi.

Il cristiano è innanzitutto un vaso d’argilla che contiene un grande tesoro. Il vaso d’argilla è l’uomo generoso e fragile allo stesso tempo, come Giacomo che alla chiamata di Gesù subito, senza esitazioni, assieme a suo fratello Giovanni lascia tutto per andare dietro a Lui, ma anche che manda la madre da Gesù per perorare la sua ambizione. Il tesoro è la parola bella del Vangelo, è il dono di grazia del Battesimo, della Cresima, dell’Eucaristia: è il tesoro che trasforma e salva la nostra vita. Scriveva Gino Pistoni in una preghiera composta dopo essere entrato nell’Azione Cattolica a 18 anni: Ti ringrazio di avermi chiamato a far parte dell’Azione Cattolica e di aver dato alla mia vita, prima di allora veramente vuota, uno scopo che la rendesse degna di essere vissuta… concedimi inoltre la grazia per vivere una vita interamente e profondamente cristiana tutta dedita al Tuo servizio e al salvamento delle Anime. Così sia.

L’incontro con l’Azione Cattolica fu per lui il fiorire della vocazione e della grazia del Battesimo: quella vita prima vuota diventa, per grazia di Dio, degna di essere vissuta. E ritroviamo in lui la stessa prontezza e generosità di Giacomo nel rispondere a Gesù che gli passa accanto. Un assistente di allora ha detto di Gino Pistoni: È un giovane che ha saputo rispondere generosamente al primo impulso della Grazia, dire di sì a Cristo che gli passava accanto.

La seconda caratteristica del cristiano è bere il calice di Gesù. Vi è un’assimilazione profonda del cristiano a Gesù che diventa vera e personale offerta sacerdotale come dice san Paolo: l’apostolo fa esperienza nella sua carne della morte di Gesù, perché il proprio sacrificio unito a quello del Signore generi vita. Questo vale in modo tutto particolare per l’apostolo/prete, ma non dimentichiamo che vi è una dimensione sacerdotale che è propria della vita cristiana e vorrei dire che prende forma laddove uno esercita una responsabilità come genitore, come nonno, come animatore, come catechista…, come operatore culturale, sociale e politico. Per tutti c’è una dimensione interiore e personale di santificazione personale e anche di persecuzione che diventa feconda e quanto feconda per la grazia dell’unione a Cristo! Qui mi basta citare, senza bisogno di commento, le ultime parole del nostro amico, pronunciate proprio in questo luogo: Offro la mia vita per l’AC e l’Italia. W Cristo Re (25 luglio 1944) .

Una terza caratteristica è quella del servizio: chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti. Vi invito a riascoltare queste parole alla luce della situazione che le nostre diocesi e le nostre terre vivono: da una parte scarsità di sacerdoti, mancanza di vocazioni sacerdotali e religiose, crescita esponenziale dell’indifferenza e della secolarizzazione; dall’altra parte crisi etica, mancanza di uomini onesti e generosi che si sacrifichino per il bene comune come invece ha fatto Gino Pistoni. Almeno noi che siamo qui, confortati dal suo esempio, lasciamoci interrogare, rivediamo la nostra vita per conformarla concretamente al comandamento del servizio: Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così. Vorrei che con le parole e con la nostra vita potessimo ripetere a tanti giovani che guardano con timore e con disincanto al futuro, al possibile impegno nel ministero sacerdotale, nella consacrazione religiosa, nella famiglia, nella società, nel lavoro, nella politica … vorrei che potessimo ripetere loro, convinti e coerenti, le parole che scrisse pochi mesi prima di morire Gino ad un altro giovane come lui: Se il Signore ti ha chiamato, non rigettare la sua Grazia, ma rispondi generoso all’appello divino.

 

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