S. Messa Crismale

06-04-2023

 

Cari fratelli e sorelle, fermiamo l’attenzione sulle parole di Gesù: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha  consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.

Sono parole che ci riempiono di gioia e di gratitudine, perché il Signore Gesù, attraverso il Battesimo, la Cresima e l’Eucaristia, partecipa a tutti noi il suo Spirito che ci consacra a Dio e ci invia nel mondo a portare il buon profumo di Cristo, cioè a dire la bella notizia che Dio esiste, è vicino, ama tutti e tutti chiama a vivere nella sua amicizia.

Sono parole che ci responsabilizzano: Gesù affida a noi, nessuno escluso, la sua missione, descritta così dal profeta Isaia: Mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di  grazia del Signore…  per consolare tutti gli afflitti. Il Vangelo è parola e servizio, annuncio e gesto di carità.  Queste parole valgono per tutti i presenti e meritano di essere meditate e pregate in questi giorni santi. Risuonano oggi in particolare per voi cresimandi e per noi sacerdoti.

Per voi cresimandi: vivete la preparazione finale alla Cresima come un allenamento intensivo per giocare in seguito la partita vera, quella della vita cristiana. Non è mica una partita facile e, soprattutto, bisogna volerla giocare, altrimenti è già persa in partenza. Non è facile perché non si combatte contro avversari esterni, ma contro se stessi e lo Spirito del male che è dentro di noi. Per testimoniare Gesù in un ambiente sempre più indifferente dovrete avere coraggio, non vergognarvi di essere cristiani, di pregare e di andare in chiesa. In mezzo alla violenza dilagante dovrete cercare di vincere l’aggressività con la mitezza e diventare costruttori di pace nelle relazioni quotidiane, favorendo la concordia, perdonando chi vi offende o vi fa del male. Siete chiamati a vivere le relazioni tra voi nella purezza e nel rispetto della dignità vostra e degli altri, senza cedere alla tentazione della ricerca del piacere fine a se stesso o del tornaconto personale. In una società spesso dominata dalla prepotenza e dalla sopraffazione impegnatevi a non disprezzare, ma a servire chi è piccolo, povero, emarginato. A questo dovete allenarvi per essere testimoni di Cristo. Come allenarvi? Vi suggerisco due esercizi: prendere in mano il Vangelo per conoscere meglio Gesù e poterlo imitare e incontrarlo pregando ogni giorno e partecipando alla Messa domenicale; riflettere con la vostra testa se ha senso e se volete ricevere la Cresima per impegnarvi davvero nella vita cristiana. Vi auguro di provarli questi esercizi e vi assicuro che chi di voi volesse ragionare e confrontarsi su queste cose troverà disponibili il proprio catechista, il proprio parroco e il proprio vescovo.

Quanto a noi, sacerdoti, le parole di Gesù ci ricordano innanzitutto che siamo chiamati a vivere da buoni cristiani e a dare testimonianza di vita santa, come tutti i battezzati. Ci aiutano poi a rinnovare con piena coscienza le promesse sacerdotali. Sottolineo la parola piena coscienza, perché so per esperienza che, con il passare degli anni, corriamo il rischio di farci un’immagine del sacerdote a nostro uso e consumo, dimenticando che non siamo noi a dare forma al ministero ecclesiale, ma la Chiesa. Al momento dell’ordinazione, davanti al vescovo e al popolo santo di Dio,  ci siamo assunti degli impegni che non abbiamo formulato noi, ma che abbiamo liberamente accolto e sottoscritto. Quelli dobbiamo cercare di vivere. Li ripercorro applicandoli a me innanzitutto e, se volete, ciascuno li applichi a sé.

 

condividi su