Omelia al Funerale di don Corrado Bagnod

02-03-2024

Fratelli e sorelle, la nostra presenza esprime gratitudine umana a un sacerdote che ha dedicato la vita al servizio della Chiesa e precisamente di questa comunità parrocchiale. La nostra presenza è un gesto di pietà cristiana con il quale accompagniamo nella preghiera l’ultimo viaggio di un fratello chiamato dal Signore a svolgere nella Chiesa il ministero di padre. La nostra presenza ci mette anche a confronto con la domanda che la morte, ogni morte, pone sempre alla coscienza che non sia troppo intorpidita dalle preoccupazioni mondane: «Perché la morte? Che ne sarà di noi, della nostra storia, delle nostre relazioni?».

La Parola di Dio, appena ascoltata, illumina il gesto che compiamo e anche le domande chi ci poniamo. Ci invita a rinnovare e a rafforzare la nostra fede di cristiani: Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. È l’annuncio pasquale rivolto alle donne che erano venute al sepolcro per imbalsamare il corpo di Gesù morto, l’ultimo atto di pietà e di affetto verso la sua persona. Così la Liturgia ripete a noi qui raccolti per un gesto di pietà e di gratitudine: Gesù è risorto!

In questa parola sta tutta la fede cristiana: Gesù con la sua morte ha vinto la forza distruttrice e disgregatrice del peccato e con la sua risurrezione ha vinto la morte. La Pasqua di Gesù ha inaugurato una nuova storia e ha acceso la luce della speranza sull’al di là: Gesù Cristo è il primogenito dei morti! C’è vita al di là della morte. Gesù è il primogenito dei morti perché in Lui anche risorgeremo. La nostra persona, con tutto ciò per cui lottiamo sulla terra, è chiamata a vivere per sempre in Dio, al di là della morte. Certo non tutto ciò che viviamo è bene e il peccato – lo sappiamo bene – è presente nella nostra vita. Abbiamo bisogno di essere purificati dalla grazia di Dio per poterLo incontrare, riconoscere e amare come Lui ci ama e così brillare della luce della santità. È qui che si inserisce il suffragio e il valore della Santa Messa che offriamo per i nostri defunti, oggi per don Corrado. Il cammino di purificazione e di santificazione che ci rende abili alla visione di Dio e alla condivisione della sua vita generalmente non si conclude con la morte. Esso viene portato a compimento al di là della morte in Purgatorio, luogo spirituale di preparazione alla gioia dell’incontro con Dio, il Paradiso. Ed è bellissimo che noi, che ancora camminiamo sulla terra, possiamo aiutare i nostri defunti in questa purificazione con la preghiera e le opere di carità che presentiamo al Padre in suffragio per loro.

La prima lettura ci racconta ciò che fece un condottiero giudeo, Giuda Maccabeo, per i suoi soldati caduti sul campo di battaglia: fece una colletta e inviò il ricavato a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio per il peccato. E l’autore sacro commenta che compì un’azione molto buona e nobile, suggerita dal pensiero della risurrezione. Perché, se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti… Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato.

Tra tutte le preghiere di suffragio che noi cristiani eleviamo a Dio per i nostri defunti la più alta e perfetta è quella che stiamo compiendo, offrendo per don Corrado il sacrificio pasquale di Gesù. Non dimentichiamoci di far celebrare la Santa Messa in suffragio dei nostri parenti e benefattori defunti. Nell’Eucaristia aiutiamo i defunti ma anche entriamo in comunione con loro in Dio.

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