Mercoledì delle Ceneri

14-02-2024

 

Cari fratelli e sorelle,

entrare in Quaresima significa mettersi in movimento, iniziare un percorso. Quale percorso? Da dove partiamo e dove speriamo di arrivare? Ce l’ha detto il Signore stesso nella prima lettura: Ritornate a me con tutto il cuore. È il percorso di ritorno al Signore. Forse posso pensare: «Ma io non mi sono allontanato dal Signore! Sì, ho peccato, non ho praticato la carità in quella o quella circostanza, ho mancato di fede e di speranza, ma non ho abbandonato la vita cristiana». Se è così, ringraziamo il Signore. La Parola ci invita, però, a fare un passo in profondità. Non parla di un semplice ritorno, ma di un ritorno con tutto il cuore, cioè a partire dal nostro centro vitale, laddove nascono e maturano pensieri, scelte, sentimenti e azioni. La domanda allora è questa: «Il mio cuore – intelligenza, volontà, emotività – è davvero impregnato di Vangelo?». È a questo livello profondo che la Parola vuole metterci in movimento. E la prima conversione è riconoscere che Dio ci ama per primo e ci colma della sua grazia, indipendentemente dai nostri meriti: Ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore. Le opere penitenziali della Quaresima – elemosina, preghiera e digiuno – in senso stretto non ci avvicinano a Dio né ci ottengono il suo perdono, perché Dio è già vicino a noi e ha su di noi progetti di pace e di bene; esse sono feritoie che permettono alla grazia di Dio di entrare, al perdono già concesso in Cristo Gesù di portare i suoi frutti. È per questo che San Paolo ci supplica: Lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio… vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio.

Per vivere questo movimento di conversione dobbiamo esporci alla Parola, un po’ come facciamo con le piante che teniamo in casa e che, in occasione di una bella pioggia, esponiamo sul balcone perché vengano lavate e anche bagnate dall’acqua che cade. Proviamo a fissare un tempo quotidiano o settimanale in cui esporci all’ascolto prolungato della Parola di Dio, magari la pagina profetica o evangelica del giorno oppure un libro bilico da leggere a piccoli brani in maniera seguita. Una possibilità ci è anche offerta dal percorso cittadino delle stazioni quaresimali, un appuntamento settimanale che ci permette di ascoltare la Scrittura e la sua spiegazione e di avere un tempo di silenzio e di adorazione per la sua interiorizzazione.

La Parola di Dio agisce come un filtro che purifica dal male che è dentro di noi e dal tanto male che ascoltiamo e vediamo e ci fa riascoltare la bella notizia dell’amore di Dio. Agisce come la pioggia per le nostre piante, lava e irriga. Così la Parola ci libera dalla schiavitù degli idoli creati da una cultura consumistica e individualistica che permea pensiero e azione, togliendoci dignità e separandoci da Dio e dal prossimo. A volte anche con durezza, essa ci richiama alla verità delle cose e ci invita a conversione. Il tempo destinato alla Parola è tempo di riscatto e di liberazione! È tempo di vita, di salvezza!

Così scrive san Francesco: «A tutti i cristiani… Poiché sono servo di tutti, sono tenuto a servire tutti e ad amministrare le fragranti parole del mio Signore… mi sono proposto di riferire a voi, mediante la presente lettera e messaggio, le parole del Signore nostro Gesù Cristo, che è il Verbo del Padre, e le parole dello Spirito Santo, che sono spirito e vita… E siamo tutti fermamente convinti che nessuno può essere salvato se non per mezzo delle sante parole e del sangue del Signore nostro Gesù Cristo, che i chierici pronunciano, annunciano e amministrano». (Dalla Lettera ai Fedeli seconda recensione).

 

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