Santissima Trinità
I primi insediamenti walser nell'alta valle del Lys si possono far risalire al XIII secolo, in seguito alle migrazioni dal Vallese dei Walser. Questo popolo, di ceppo germanico, si era trasferito intorno al IX secolo nella parte più alta della valle del Rodano, diffondendosi poi ad anello, attraverso i colli del Teodulo e del Moro, nelle zone alte intorno al Monte Rosa. La sua origine nordica è ancor oggi evidente sia nel dialetto parlato dalla popolazione locale sia nei nomi delle famiglie più antiche.
Nel 1970 è stato introdotto lo stemma della comunità: in esso si è cercato di racchiudere simbolicamente tutta la storia del popolo walser. Al centro appare un cuore con dieci stelle, ognuna delle quali rappresenta un paese di questa minoranza etnico-linguistica presente in Italia. Il cuore, che esprime il forte legame con la terra di origine, è sovrastato da una "croce ad angolo", che era un carattere dell'alfabeto nordico usato in seguito dai Romani per simboleggiare il dio Mercurio, protettore dei mercanti. Il bianco e il rosso sono i colori della bandiera del Canton Vallese, mentre i due cerchi concentrici rosso e nero, che racchiudono lo stemma, riprendono i colori della bandiera della Regione Autonoma Valle d'Aosta.
La parrocchia
Gli abitanti di questa parte superiore (Oberteil) del territorio parrocchiale di Gressoney fondarono nel 1665 un rettorato con propria dotazione e proprio rettore, iniziando al tempo stesso la costruzione d'una cappella, inaugurata, insieme con il campanile, nel 1671. Pochi anni dopo, nel 1686, mons. Bailly, vescovo di Aosta, l'eresse a chiesa parrocchiale, smembrandone il territorio dalla chiesa madre di SaintJean.
Fin dalla sua costruzione, la chiesa ebbe il titolo della SS. Trinità; come parrocchiale ricevette per patrono S. Francesco Saverio, non potendosi attribuire il titolo patronale alle tre Divine Persone. Fu consacrata da mons. Milliet d'Arvillars il 24 giugno 1702. Vi si celebra attualmente la festa del titolo parrocchiale e comunale la domenica seguente la Pentecoste; non si celebra invece la ricorrenza del patrono (il 3 dicembre).
La chiesa
La pianta è a croce latina, l'orientamento nord-sud, la volta a botte. La porta principale dà immediatamente accesso al vecchio cimitero.
La decorazione interna è stata restaurata nel 1970 da Nino Pirlato di Racconigi.
L'altar maggiore risale all'epoca della costruzione della chiesa; è in legno intagliato, in parte dorato e in parte dipinto; lo stile è barocco, con qualche reminiscenza rinascimentale, in alto, al centro, tra angeli e figure allegoriche, la SS. Trinità; centrale la rappresentazione della Natività; lateralmente, in nicchie fra due colonne, statua di angelo e della Madonna; sopra di queste, rispettivamente, rilievi della Visitazione e del Battesimo di Gesù; dodici i candelieri, in legno scolpito e dorato. Ignoti gli artisti, forse valsesiani. Notevole il tabernacolo a ruota, in legno scolpito e dorato, del 1704. L'altare maggiore scampò a un incendio verso la metà dell'Ottocento; gli ultimi restauri risalgono al 1941. Pregevole la lampada ornamentale in rame argentato e dorato (1695).
L'organo -uno pneumatico Regozzio di Varallo- risale al 1820; subì in seguito restauri e modifiche.
Le cappelle del transetto -S. Giuseppe a sinistra e S. Francesco Saverio a destra- sono del 1726. A fronte della navata si trovano altri due altari, risalenti alla prima costruzione della chiesa: a sinistra, l'altare precedentemente dedicato a S. Antonio da Padova, ora al Sacro Cuore; a destra, l'altare della Madonna del Rosario.
Nel maggio 1975 la chiesa subì un furto di gravi proporzioni; lo scultore Siro Viérin ha ricostituito, sull'altar maggiore, le quattro statue del tabernacolo, l'angelo della nicchia, i fregi dell'altare del Sacro Cuore e la Madonna del presepio, al quale mancano ancora due statue di pastori. Dal febbraio 1991 quest'ultimo è stato ricostituito e occupa in modo permanente il centro dell'altare, mentre per il passato vi veniva installato solo durante il tempo liturgico corrispondente; vi campeggiava normalmente la grande tela del Crocifisso, ora sulla parete destra del presbiterio, opera del pittore gressonaro Franz Curta (1828-1881).
All'altare di S. Giuseppe, al posto delle due statue laterali rubate (S. Giovanni evangelista e un vescovo), sono state collocate due statue qui trasportate dalla cappella di Tschaval.
Il campanile e il cimitero
La torre campanaria, a pianta quadrata con monofore, s'innalza per circa trenta metri. La cuspide attuale risale al 1819; presenta una caratteristica forma a cipolla, sormontata da una boccia in rame e da una croce; la sua struttura è in legno, ricoperta da lamiera di ferro zincato. La torre fu ben presto dotata di campane: erano tre nel 1702. Un campanone, di nome Ulrich, venne fuso in Asti nel 1855, dopo vari tentativi compiuti sul posto. Tre altre campane furono aggiunte nel 1933. L'intero concerto campanario, ormai pericolante, venne rinnovato e completato; fu inaugurato e benedetto da S.E. mons. Lari, vescovo di Aosta, il 20 settembre 1992. Con le sue dodici campane, è ora il più completo di Piemonte e Valle d'Aosta. In piazzetta viene conservata la più antica campana di sicura datazione dell'antico concerto, fusa a Trinité e benedetta dal parroco Squinobal il 9 settembre 1789.
Il cimitero è adiacente alla chiesa. Subì nel tempo diversi ampliamenti e ritocchi. L'area oggi immediatamente antistante la chiesa è dichiarata monumentale e non più adibita a pratica funeraria.
Le cappelle
Anticamente le cappelle rappresentavano non solo un fatto devozionale, ma anche uno spontaneo irraggiamento della fede nelle aggregazioni abitative in cui si articolava di fatto la comunità. In ordine cronologico:
Cappella di Tschaval (1624), inizialmente dedicata ai SS. Pietro e Nicola, oggi ai SS. Pietro e Paolo. Festa il 29 giugno.
Biel (1636). Portava originariamente il titolo di Nostra Signora delle Nevi, ora è dedicata ai SS. Rocco e Sebastiano. Festa il 16 agosto.
Orsia (1652). Dedicata a S. Giacomo Maggiore. Festa il 25 luglio.
Alpe Betta (1726). Dedicata a S. Anna, a 2178 m, sulle balze che portano al colle di Bettaforca, in un luogo di alto interesse paesaggistico, è stata restaurata nel 1995. Festa il 26 luglio.
Stafal-Oagre (1776). Fondata dal gressonaro G. J. Curtaz, parroco a Issime, a ricordo della madre Caterina Knobal e della visione da lei avuta l' i l febbraio 1701 alla fontana esistente sul posto. Si racconta che ella vide come dipinta sul ghiaccio della fontana, a colori vivi e bellissimi, un'immagine della Madonna con in braccio il Bambino; la testimonianza è controfirmata dal parroco di Trinité, J.P. Schwarz. La cappella, che ha preso il titolo della Madonna delle Nevi, è diventata per Gressoney un centro di devozione mariana, meta di pellegrinaggi; vi sono testimonianze di grazie insigni qui ricevute. Festa il 5 agosto.
Gabiet (1956). Piccolo oratorio in pietra dedicato alla Madonna, eretto presso il lago Gabiet (2380 m). Festa 1'8 settembre.
Garstelet-Rifugio Gnifetti (1967). Una moderna cappella dedicata alla Madonna dei Ghiacciai è stata eretta presso il Rifugio Gnifetti, a 3650 m di quota, per iniziativa del gruppo ex-allievi del Liceo Valsalice di Torino in memoria del salesiano don Aristide Vesco, morto a Punta Ciampono. E' la cappella più alta d'Europa. Festa il 5 agosto; vi si fa ogni anno memoria dei caduti della montagna.
In regione Underwoald, in capoluogo, esiste infine una caratteristica cappella strutturata a transito, detta "dei Morti" (tototschappolo), la cui unica funzione è ancor oggi quella di accogliere i cortei funebri provenienti dalle frazioni.